Bucarest, 2 Maggio 2025 – Dopo le elezioni annullate lo scorso anno per motivi inerenti probabili ingerenze russe che portarono all’esclusione del candidato di destra Călin Georgescu, la Romania è pronta a una tornare alle urne per elezioni presidenziali che si terranno domenica 4 maggio, con un sistema a percentuale che prevede la vittoria del candidato che abbia ottenuto più del 50% di preferenze, mentre in caso di pareggio si procederà con un ballottaggio fissato già al 18 maggio.
I candidati
Secondo quanto emergerebbe dai primi sondaggi, i candidati che potrebbero aggiudicarsi il ballottaggio al primo turno alle elezioni presidenziali della Romania sono quattro, tra questi il leader del partito di destra Alleanza per l’unione dei romeni (Aur) George Simion (38 anni); Victor Ponta, ex primo ministro del Partito socialdemocratico dimessosi nel 2015, dopo il devastante incendio che costò la vita a molte persone in un nightclub e che scatenò proteste anti-corruzione; Crin Antonescu, candidato del Partito socialdemocratico della Romania (Psd); Nicușor Dan, sindaco di Bucarest e candidato del Partito nazionale liberale (Pnl). Questi ultimi favorevoli all’invio di aiuti all’Ucraina, all’ingresso nella Nato e all’adesione al’Ue. Fuori dai giochi Călin Georgescu, come confermato dal Comitato elettorale i primi di marzo.
In queste ore, in vista della chiamata alle urne, i candidati principali George Simion (dato dai sondaggi come il favorito dall’inizio della campagna elettorale) e Victor Ponta hanno lanciato i propri appelli sui social e videomessaggi, per esortare la comunità romena anche in Italia a esprimere la propria preferenza.
L’antefatto
Le elezioni di domenica seguono alcuni momenti di tensione nel Paese, scatenatisi nei mesi precedenti in seguito alla decisione della Corte costituzionale di annullare le elezioni presidenziali di novembre, che vedevano vincitore Georgescu denunciando diverse irregolarità e “un’azione ibrida aggressiva da parte della Russia”. Stando a quanto ricostruito da alcune testate, come il Guardian ad esempio, erano emersi circa 85mila attacchi informatici al sistema elettorale e oltre 25mila account creati su TikTok per sostenerlo: Georgescu infatti aveva concentrato la campagna elettorale proprio sul social, con diversi video non solo di vita quotidiana, ma anche di critica all’Europa, alla Nato e al’Ucraina, oltre ad alcuni video revisionisti incentrati su figure storiche quali Corneliu Zelea Codreanu e Ion Antonescu.