Ucraina, rallenta il piano di pace proposto da Trump

Roma, 24 Aprile 2025 – «L’Ucraina è pronta a negoziare la pace con Mosca, ma non ancora ad arrendersi». Queste le parole del presidente statunitense Donald Trump con cui commenta i tentennamenti di Kiev in merito all’accettazione del piano di pace proposto dagli Usa che prevederebbe la perdita della Crimea e la concessione a Mosca di alcune aree nell’est del Paese.

 

Un fallimento“. È questo l’esito della riunione al Foreign Office britannico, dove rappresentanti di Regno Unito, Francia e Germania (il gruppo E3) si sono confrontati con delegati ucraini e americani. L’obiettivo era discutere sia iprogetti di pace statunitensi e le garanzie di sicurezza future richieste da Kiev, che ha visto sedere al tavolo delle discussioni i ministri degli Esteri e della Difesa dei Paesi coinvolti e Andrii Yermak, capo dello staff del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per poi estendersi ai consiglieri per la sicurezza nazionale francese e tedesco, e per Washington al solo generale a riposo, Keith Kellog, figura ormai ritenuta secondaria rispetto a Steve Witkoff.

Svyrydenko: «Disponibili a negoziare, ma non alla resa»

Inizialmente lo stesso Trump aveva alimentato le speculazioni in merito a un possibile accordo sostenendo il raggiungimento di un’intesa con la Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, nonostante le difficoltà nell’ottenere l’ok di Zelensky. Secondo ricostruzioni di diversi media, l’accordo è saltato proprio per il rifiuto del presidente ucraino di sottoscrivere una bozza d’intesa già delineata da Witkoff con Vladimir Putin. Un testo che vedrebbe la Russia disposta a fermarsi sulle attuali linee del fronte in cambio di concessioni territoriali e politiche giudicate inaccettabili e potenzialmente autodistruttive per la leadership ucraina. A ciò si aggiungono le incertezze sulle garanzie di sicurezza americane, cruciali per rendere credibile una futura missione di peacekeeping guidata da una “coalizione di volenterosi” europei.

Dalla Casa Bianca il Tycoon tuona accusando il capo di Kiev di «atteggiamenti incendiari e irrealistici sulla Crimea che portano il Paese verso il disastro» e torna a ribadire che «Zelensky non ha le carte».

Kiev replica con vigore tramite la vicepremier Yulia Svyrydenko che sottolinea come il Paese «è disposto a negoziare per la pace ma non alla resa» premendo per un cessate il fuoco immediato e totale come precondizione. Questa posizione trova il sostegno dell’Ue e dell’Eliseo, che continuano a difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina, Crimea inclusa.

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