Washington, 9 Aprile 2025 – Una nuova ondata di tensioni commerciali scuote l’economia globale dopo l’annuncio ufficiale degli Usa di imporre dazi doganali del 104% sui beni importati dalla Cina, a partire dalla mezzanotte. La misura, definita “straordinaria ma necessaria”, rappresenta un’escalation significativa nella già complessa relazione tra le due superpotenze economiche. A darne la conferma la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che ha sottolineato come «Trump sia pronto a trattare ma che la Cina deve compiere il primo passo».
«L’America risponde con più forza quando la si colpisce», continua Leavitt evidenziando che il provvedimento rappresenta una risposta alle pratiche commerciali sleali attuate dalla Cina, come il dumping (esportazione di merci a prezzi molto bassi rispetto al marcato), i sussidi di Stato e sospetti furti di proprietà intellettuale.
L’obiettivo
Secondo quanto sostenuto dalla portavoce Usa, dietro all’applicazione di dazi così elevati si cela una strategia ben precisa che consisterebbe nello spingere la Cina a voler sedere al tavolo delle trattative. Trump infatti sostiene che Pechino «deve fare un accordo con Washington» ma allo stesso tempo sottolinea che attualmente non sappia come avviare un processo negoziale efficace per porre fine al diverbio.
«Solo se la Cina chiama per prima. Solo allora si potrà parlare di riduzione dei dazi. Siamo pronti a essere generosi, ma non a costo degli interessi strategici e industriali americani» evidenzia il Tycoon.
La replica di Pechino
Mentre molti Paesi e l’Unione europea sollevano preoccupazioni in merito agli effetti dei dazi sulle economie globali, con ripercussioni a lungo termine, e le Borse continuano a chiudere in negativo, Pechino condanna la decisione americana ritenendola “provocatoria e controproducente” e risponde tramite Lin Jian, portavoce del ministro degli Esteri, che, nel corso del briefing quotidiano, afferma che la Cina «adotterà tutte le misure necessarie, ferme e incisive, per proteggere i propri interessi» sottolineando che «la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina sono assolutamente inviolabili».