Kit per la sopravvivenza, l’Ue prepara i cittadini alle emergenze

Bruxelles, 26 Marzo 2025 – Un kit per sopravvivere 72 ore in caso di emergenza con acqua, cibo in scatola o liofilizzato, torce, fiammiferi, dispositivi minimi pronto soccorso. La Commissaria europea, Hadja Lahbib, che ha tra le deleghe proprio la gestione delle crisi, lo presenterà come ciò che ogni cittadino dovrebbe sempre avere pronto.

 

«Tutti hanno un ruolo da svolgere in queste situazioni», ha spiegato, dando qualche anticipazione della “strategia di preparazione e di gestione delle crisi” (Eu Preparedness Union Strategy) della Commissione. «Pandemia e guerra in Ucraina ci hanno mostrato che dobbiamo essere pronti all’inaspettato, al peggiore degli scenari» – ha sostenuto alla radio LaPremiere, canale della tv belga RTBF – «e prepararci con metodo, responsabilità e serenità».

Le situazioni considerate sono diverse, si va «dalla disinformazione massiccia allo tsunami, al terremoto, all’attacco terroristico, all’alluvione». Solo per fare un esempio. «Dobbiamo prepararci a incidenti e crisi su larga scala e intersettoriali, inclusa la possibilità di aggressione armata, che colpiscano uno o più Stati membri».

In ogni caso, secondo il piano proposto dalla Commissione, anche le famiglie devono svolgere il proprio ruolo premunendosi. Tutti saranno invitati a prepararsi facendo scorta di una dozzina di articoli essenziali. Nel “kit per la resilienza” ci deve essere tutto quello che può servire per esser autonomi tre giorni: dai fiammiferi, all’acqua, alle torce, a documenti d’identità in una custodia impermeabile.

Coordinamento

L’Ue dispone già di «meccanismi di solidarietà» che funzionano molto bene, fa presente Lahbib, centri di crisi aperti 24 ore su 24. Ci sono i satelliti Copernico e Galileo capaci di «monitorare il Pianeta in tempo reale e fra poco saremo in grado di inviare via satellite ciò che chiamiamo “early warnings“, per avvisare i cittadini in caso di pericolo imminente».

«Ogni Paese ha il suo piano di crisi – la Francia invierà a tutti i cittadini un “manuale di sopravvivenza a partire da questa estate” – ma dei presìdi esistono anche a livello europeo. Medicinali, mascherine – in caso di attacco chimico, batteriologico, radiologico e nucleare -, tende, canadair…». E soprattutto serve coordinarsi. «Dobbiamo sapere esattamente chi fa cosa, quando e dove. Quando interviene l’Unione europea? Come attiviamo, ad esempio, il meccanismo di solidarietà?».

Anche a scuola

La priorità è l’informazione. La commissaria cita un’inchiesta da cui è emerso che, “in tutta Europa, il 45% delle persone afferma di non essere sufficientemente informato sui possibili pericoli ai quali deve prepararsi, il 65% di loro vuole essere meglio informato e l’82% pensa che l’Unione europea debba svolgere un ruolo”. Una proposta è quella di «istituire una giornata nazionale di preparazione», spiega Lahbib in un’intervista all’Afp, per sensibilizzare sulla necessità di essere pronti a qualsiasi catastrofe. Le scuole naturalmente saranno le prime ad essere coinvolte.

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