Roma, 26 Marzo 2025 – La commissione Attività produttive della Camera ha ritenuto inammissibili 84 emendamenti sui 323 totali del decreto bollette. Il motivo dell’inammissibilità è dovuto al contrasto con deliberazioni precedenti o per mancanza di pertinenza rispetto all’argomento.
Tra questi, due portano la firma di Fratelli d’Italia che cercano di ripresentare proposte scartate in altri provvedimenti legislativi. Nello specifico la norma a firma Silvio Giovine (FdI), che prevedeva l’introduzione del meccanismo dello sconto in fattura per il bonus elettrodomestici e l’eliminazione del riferimento alla classe energetica B come soglia minima di efficienza per i beni incentivabili, è dichiarata inammissibile. Il requisito, introdotto dalla manovra 2025, rischia di penalizzare il Made in Italy perché ci sono pochi prodotti di aziende nazionali in quella fascia.
Stessa cosa anche per la proposta del deputato Riccardo Zucconi (FdI) di rimandare l’entrata in vigore dell’obbligo a carico delle imprese di stipulare polizze catastrofali dal 31 marzo al 31 ottobre 2025. L’obiettivo era di «consentire il superamento dell’emergenza energetica senza ulteriori oneri per le imprese», spiega Zucconi.
Non accolte
Dichiarate inammissibili anche altre proposte tra cui quelle che chiedevano l’introduzione di misure volte a promuovere la concorrenza e l’integrazione dei mercati all’ingrosso del gas. Nello specifico, si tratta di proposte identiche di FI (a prima firma Squeri), Pd (a prima firma prima Pandolfo) e Lega (a prima firma Andreuzza), degli identici emendamenti Pd (a prima firma Peluffo), Lega (a prima firma Andreuzza), Iv (a prima firma Del Barba) e FdI (a prima firma Zucconi), e degli identici emendamenti FI (a prima firma Squeri) e FdI (a prima firma Zucconi).
Inoltre, nel decreto bollette, sono respinte le proposte che chiedevano di introdurre un contributo per gli enti locali per far fronte al caro energia. Nello specifico, si tratta degli emendamenti presentati da Pd (a prima firma Gnassi), FdI (a prima firma Lancellotta), Misto (a prima firma Manes), Azione (a prima Benzoni), Avs (a prima firma Ghirra), M5s (a prima firma Pavanelli) e Noi moderati (a prima firma Cavo), nei quali si chiede l’istituzione “nello stato di previsione del ministero dell’Interno di un fondo con una dotazione massima di 340 milioni di euro per l’anno 2025, da destinare per 300 milioni di euro in favore dei Comuni e per 40 milioni di euro in favore delle città metropolitane e delle province”.
Nelle proposte di Pd, Misto, Azione, Avs, M5e e Noi moderati si parla di un contributo agli enti locali finalizzato a “garantire la continuità dei servizi erogati“, mentre in quella di Fdi si specifica che si tratta di “garantire la continuità dei servizi energetici erogati”.