Spazio, l’asteroide 2024 YR4 e il rischio di impatto con la Terra

 

New York, 11 Gennaio 2025 – L’asteroide 2024 YR4, scoperto il 27 dicembre 2024 tramite il programma Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) in Cile, e costantemente monitorato (almeno fino al 2028) dai telescopi di terra dell’International Asteroid Warning Network e con il Telescopio Spaziale James Webb, ha attirato l’attenzione degli scienziati e del pubblico per la sua potenziale minaccia alla Terra. Oggi infatti il rischio di un  impatto con il Pianeta previsto per il 2032 è del 2,2% (la scorsa settimana si parlava dell’1,3%) ma gli esperti sottolineano come sia normale che le probabilità aumentino via via che si scoprono più dettagli e informazioni, ribadendo però che non bisogna lasciarsi prendere da un panico immotivato anche perché il margine di sicurezza per la Terra è del 98%.

Lo studio

Secondo i dati e i calcoli preliminari condotti dalla Nasa in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa) il rischio (eventuale) di impatto con la Terra dell’asteroide 2024 YR4 è dato dalle ulteriori analisi orbitali, ma anche dal fatto che rientrando nella categoria dei near-Earth object (Neo), oggetto del Sistema Solare la cui orbita può intersecare quella della Terra, è classificato come 3 sulla scala di Torino che misura il livello di rischio di impatto degli asteroidi con un dato superiore all’1% di probabilità di collisione. Gli scienziati però evidenziano che al momento YR4 si sta allontanando e pertanto sarà troppo debole e lontano per monitorarlo (la sua orbita lo spinge verso Marte), almeno fino al 2028 quando dovrebbe aver completato il suo moto ed essere nuovamente osservabile.

Parlando di un eventuale impatto, gli scienziati hanno spiegato che dipenderebbe dal materiale di cui è composto (ad esempio se fosse fatto di roccia si sgretolerebbe entrando nell’atmosfera) e che, avendo una dimensione di circa 90 metri, l’eventuale danno sarebbe localizzato: mentre le aree potenzialmente interessate includono il Sud America, l’India e l’Africa Centrale, si lavora a un sistema per deviarne la rotta.

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