Roma, 11 Febbraio 2025 – «Il rilascio degli ostaggi previsto per sabato prossimo, 15 febbraio, sarà rinviato a data da destinarsi in attesa che l’occupazione si conformi e adempia agli obblighi delle settimane precedenti». Con queste parole Hamas rende noto, attraverso uno dei portavoce, che c’è stata una «violazione totale della tregua da parte di Israele», accusato dal gruppo palestinese di vari attacchi nella Striscia di Gaza che hanno portato al decesso di 5 persone, tra cui una donna anziana nel zona a Sud. Inoltre avrebbe anche ostacolato l’arrivo degli aiuti umanitari e ritardato il rientro a casa degli sfollati.
«Ribadiamo il nostro impegno a rispettare i termini dell’accordo finché vi si atterrà anche Israele», conclude il portavoce.
Le reazioni
Durissima la replica dell’ex ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir, che su X commenta la decisione di Hamas. “Dobbiamo tornare alla guerra e distruggere. Bisognerebbe effettuare un massiccio attacco nella Striscia di Gaza da aria e da terra. Impedire l’arrivo di ogni aiuto umanitario, imponendo il blocco totale e distruggere quelli che sono già nelle mani di Hamas” scrive, sottolineando che sarebbe necessario bloccare anche ogni rifornimento di acqua, carburante ed elettricità.
Dalla Difesa, il ministro israeliano Israel Katz conferma di aver «dato disposizioni all’Idf affinché si prepari al livello massimo di allerta per qualsiasi possibile scenario a Gaza e per proteggere le comunità».
Le minacce di Hamas e la decisione di sospendere la liberazione degli ostaggi non è piaciuta neanche al presidente americano Donald Trump che commenta il gesto come «un’atto terribile» assicurando che se entro sabato il gruppo palestinese non li avrà liberati ci saranno conseguenze: «sarà un inferno» ha dichiarato suggerendo di cancellare l’accordo se non li libererà entro mezzogiorno, sottolineando però che la decisione finale spetta a Israele.