Caso Almasri, cresce la tensione tra Roma e l’Aja

 

Roma, 24 Gennaio 2025 – Cresce la tensione tra Roma e la Corte penale internazionale. Le immagini del rientro a Tripoli del generale Njeem Osama Almasri, su cui pende un mandato di arresto dell’Aja per crimini contro l’umanità e di guerra e rimpatriato su un I-Carg con bandiera italiana hanno fatto il giro del Mondo.

Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine di un vertice in Senato sulla questione ha dichiarato che «quando ci sono dei vizi di procedura poi gli atti diventano nuovi, quindi se c’è stato un errore, quell’errore poi ha delle conseguenze». Le opposizioni chiedono che il presidente del Consiglio Meloni si presenti in aula per fare luce sul caso di questa «vergogna di Stato», così chiamata da molti. Intanto il ministro della Giustizia Carlo Nordio al Senato ha dichiarato che «le motivazioni per il rimpatrio sono riconducibili alla pericolosità del soggetto» e che l’informativa in Parlamento, attesa per la prossima settimana, «sarà occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda».

Tutto ha inizio dopo la comunicazione da parte dei servizi di intelligence della presenza in Italia del generale Almasri arrestato a Torino dalla Digos dove si trovava per vedere un incontro sportivo. Cosa sia accaduto da questo momento non è del tutto chiaro perché secondo alcune ricostruzioni le autorità non avrebbero avvisato del fermo il ministro della Giustizia (come da legge) e per questo a causa di un vizio di forma liberato e rimpatriato dando vita allo scontro politico.

Chiesti chiarimenti

Immediata la reazione della Corte penale internazionale che chiede a Roma di fare luce sulla vicenda e in una nota formale scrive che “il rilascio di Almasri è avvenuto senza alcun preavviso o consultazione. Tutti gli Stati hanno il dovere di cooperare pienamente con l’Aja nelle sue indagini e azioni penali relative ai crimini internazionali”. “Le autorità avviino una dettagliata verifica sui provvedimenti adottati”, conclude sottolineando dei aver utilizzato i canali ufficiali e diplomatici per avvertire dell’ingresso del generale Almasri nel Paese (un funzionario avrebbe infatti contattato l’ambasciata italiana) ma che, una volta avviata la procedure d’urgenza, non sia giunta sul tavolo del ministro della Giustizia alcuna comunicazione se non dopo 24 ore dall’arresto.

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