Capital Arena, Trump: «Ci riprenderemo il Paese»

Washington, 20 Gennaio 2024 – «Contento di aver vinto, ci riprenderemo il Paese e faremo di nuovo grande l’America». Queste sono le parole con cui Donald Trump ha aperto il suo discorso come presidente eletto presso la Capital Arena di Washington. Ad accoglierlo circa 20mila sostenitori e diversi tra imprenditori, e politici. Ore di fermento queste per gli Usa e per una Washington blindata in attesa della cerimonia ufficiale di insediamento del Tycoon alla Casa Bianca, previsto per le 12 (18 ore italiane) che quest’anno si svolgerà al chiuso, nella sala del Campidoglio a causa delle difficili condizioni meteo che stanno colpendo il Paese con forti venti e freddo polare con temperature tra i -12 e i -5.

 

«Getteremo le fondamenta affinché l’America sia forte per secoli» ha affermato Elon Musk nel suo intervento. Anche il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, è arrivata negli Usa per prendere parte alla cerimonia di insediamento alla Casa Bianca.

I punti salienti

Tanti gli argomenti affrontati nel corso del suo intervento presso la Capital One Arena e non manca anche una frecciatina al presidente uscente Joe Biden: «quattro anni di regno per un’amministrazione fallimentare» dichiara Trump sottolineando che avrà inizio una nuova giornata per gli Usa. Non manca poi di menzionare il conflitto in Medio Oriente, loda il suo inviato Steve Witkoff e l’accordo sul cessate il fuoco, ritenuto un primo passo verso la pace e afferma di voler fornire indicazioni per la realizzazione di un Iron Dome completamente made in Usa.

Sul caso TikTok afferma di aver parlato con Apple per cercare di renderla nuovamente disponibile nel Paese sottolineando il ruolo dell’app in campagna elettorale.

La questione migranti

Parlando dei migranti Trump ha ribadito il pugno di ferro sulla questione sottolineando che metterà in atto la più grande deportazione di massa nella storia americana. «Agirò già a partire da domani. Il crimine in tutto il Mondo è in calo e volete sapere perché? Perché hanno mandato i loro criminali negli Stati Uniti» afferma. Tra le dichiarazioni che hanno stupito non solo i presenti, spunta la questione di desecretare alcuni fascicoli come quelli inerenti le morti di J.F. Kennedy, Martin Luther King e Robert Kennedy.

 

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