Istat: crescono i redditi delle famiglie

Roma, 6 Gennaio 2024 – Buone notizie per l’economia italiana: i redditi delle famiglie sono in aumento anche nel terzo trimestre del 2024. A dirlo è l’indagine condotta dall’Istat in cui si evidenzia un aumento totale del 3,7% su base annua nei primi tre trimestri dell’anno, con un aumento del potere di acquisto del 2,6% annuo e dello 0,4% su base trimestrale. Il report ha rivelato che i dati continuano a essere positivi su livello tendenziale e congiunturale nonostante, in realtà, si sia verificato un rallentamento del potere d’acquisto delle famiglie italiane e, anche, in merito all’aumento dei redditi.

 

 

Cresce il potere di acquisto

Secondo lo studio Istat a contribuire al dato positivo è il potere di acquisto delle famiglie, che conferma come il sistema italiano sia bilanciato con la pressione dell’inflazione evidenziando anche che l’aumento dei prezzi, in media, non ha avuto grosse ripercussioni sull’economia dei nuclei, nonostante siano in crescita anche le spese, in vista degli aumenti per le bollette energetiche (di circa il 30%) e dei rincari per le materie prime come caffè, cacao e burro dovuti anche al cambiamento climatico e in certi casi alle malattie delle piante (aumenti fino al 50% su beni di largo consumo secondo il ministero del Made in Italy).

Cala invece la propensione al risparmio la cui tendenza rimane in aumento dalla fine del 2022, quando gli italiani hanno ricominciato ad accantonare denaro con tassi che superavano quelli del 2019.

Crollano gli investimenti

Mentre la propensione al risparmio delle famiglie italiane cala fino al 9% per la prima volta in un anno, dato che per l’Istituto non rappresenta una diminuzione significativa a livello tendenziale, il settore degli investimenti è in forte crisi. Sembrerebbe infatti in atto un vero e proprio crollo degli investimenti, dato storicamente negativo in Italia, ma che continua a diminuire fino al -1% nel trimestre toccando il -5,5% su base annua. Nel terzo trimestre del 2024 infatti gli investimenti fissi lordi sono scesi dell’1%, raggiungendo circa 31 miliardi di euro, una cifra inferiore del 5,5% rispetto all’anno precedente.

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