Roma, 6 Dicembre 2024 – Si festeggia nello spazioporto europeo di Kourou nella Guyana Francese. Dopo due anni di stop, infatti, il vettore Vega–C ha portato in orbita, con successo, il satellite Sentinel-1C di Arianespace, parte del programma Copernicus, dell’Unione europea e gestito dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e dalla Commissione europea incentrato sullo studio e il monitoraggio ambientale del Pianeta.
La missione
Prevista inizialmente per il 4 dicembre e posticipata a causa di un problema meccanico che impediva alle porte mobili della piattaforma di lancio di aprirsi, la missione è iniziata alle 22 e 20 ore italiane ed è entrata nel vivo dopo circa 1 ora e 43 quando è incominciata la fase di separazione del Sentinel-1C dal razzovettore Vega-C (il più piccolo in Europa). Per Arianespace questo è il sesto satellite Sentinel messo in orbita e rappresenta una tappa fondamentale per il programma Copernicus basato proprio sulle costellazioni di satelliti per lo studio e l’osservazione della Terra. Inoltre, è fondamentale per l’Europa perché ne conferma la centralità anche per quanto riguarda la Space Economy e pone fine alla crisi dei lanciatori europei.
Anche l’Italia brinda al successo grazie al ruolo fondamentale avuto nell’ambito della missione merito delle tecnologie (cuore di Sentinel-1C) fornite dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e da Thales Alenia Space (joint venture di Leonardo e Thales) e da Avio, come il Synthetic Aperture Radar – radar ad apertura sintetica (SAR) – che consentirà al Sentinel di raccogliere e inviare immagini delle condizioni atmosferiche terrestri e marittime, di giorno e di notte in qualsiasi condizione atmosferica. Il radar infatti non è influenzato dalla presenza di nuvole dalla poca illuminazione.
A bordo del Sentinel inoltre debutterà per la prima volta un nuovo sistema di identificazione automatica detto “Ais” sviluppato dagli stabilimenti italiani di Leonardo in grado di analizzare e rilevare il traffico marittimo e la pesca, riuscendo anche a identificare i movimenti illegali grazie ai dati trasmessi dai natanti contrastando così le “navi fantasma”.