Roma, 22 Novembre 2024 – «La decisione della Corte penale internazionale di emettere due mandati di arresto nei contorni di Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant è vincolante», queste le parole dell’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, nel corso di una conferenza stampa in Giordania, in merito alla lista dei ricercati internazionali (che si aggiungono a Vladimir Putin).
«Quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza deve cessare. La comunità internazionale deve fare un passo in avanti per porre fine a questa apocalisse» continua, ribadendo che «il mandato di arresto non è una questione politica, ma la decisione di un tribunale di giustizia penale internazionale e pertanto i Paesi Ue devono rispettare e applicare tali decisioni».
Netanyahu «Decisione antisemita»
Immediata la replica del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che critica la sentenza della Corte di giustizia internazionale accusandola di aver preso «una decisione antisemita» paragonandolo a una versione moderna dell’affare Dreyfus. «Nessuna scandalosa decisione anti-israeliana impedirà a noi, e soprattutto a me, di continuare a difendere il nostro Paese in qualsiasi modo» dichiara in un videomessaggio ritenendo il mandato di arresto «falso e ingiusto» anche nei confronto dell’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, che su X scrive che tale sentenza rappresenta un pericoloso precedente. “La decisione della Corte dell’Aja sarà ricordata per sempre: mette sullo stesso piano lo Stato di Israele e i leader assassini di Hamas e legittima così l’omicidio di bambini, lo stupro di donne e il rapimento di anziani dai loro letti. Costituisce un pericoloso precedente contro il diritto all’autodifesa e alla guerra morale e incoraggia il terrorismo omicida”, ribadisce.
Le reazioni
Divise le opinioni in merito al mandato di arresto internazionale. L’Autorità nazionale palestinese plaude alla sentenza ritenendola “un segno di speranza”. Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International invita gli Stati membri ad applicarla affermando che «Netanyahu è ora ufficialmente un ricercato». Il Paraguay condanna la decisione dei giudici poiché “viola il legittimo diritto di Israele di difendersi”. Gli Usa confermano che non applicheranno la sentenza. Dall’Italia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato da Porta a Porta ritiene «sbagliata la decisione della Corte penale internazionale, ma comunque verrebbe applicata in caso venissero in Italia».