Usa 2024, dibattito “civile” tra Vance e Walz

 

New York, 2 Ottobre 2024 – Nessun colpo basso o scontro acceso in diretta tv, il dibattito tra i vicepresidenti, il repubblicano JD Vance e il democratico Tim Walz ( dopo che Donald Trump ha rifiutato altri scontri tv con Kamala Harris, ndr) in vista delle elezioni presidenziali Usa si è svolto, contrariamente a quanto si sarebbe potuto immaginare, in un clima sereno e quasi amichevole non risaltando un candidato rispetto all’altro. Politica, cambiamento climatico, il problema della diffusione delle armi, l’immigrazione illegale, l’aborto e le trivellazioni petrolifere, questi sono gli argomenti chiave affrontati da Vance e Walz senza però mai scadere nello scontro diretto anzi, ognuno ha espresso la propria opinione nel rispetto dell’avversario, senza mai attaccarsi direttamente. Piuttosto hanno mosso accuse nei confronti di Kamala Harris e Donald Trump.

Scontro su immigrazione e aborto

Nonostante questo sia l’ultimo scontro in vista delle elezioni del 5 novembre gli esperti concordano sul fatto che, parlando di voti, molto probabilmente il dibattito tra Vance e Walz non influirà particolarmente sull’esito delle elezioni.

Da una parte Jd Vance ha accusato Kamala Harris per la sua politica sui confini aperti che favorirebbe i cartelli messicani della droga oltre alle “invasionidi milioni di immigrati illegali come accaduto in Ohio a Spriengfilend (note le accuse false del Tycoon sui migranti che si nutrivano di cani e gatti) portando numerosi problemi ai servizi pubblici. Questione respinta da Walz che ha accusato Donald Trump (giudicato un’ottantenne che parla solo di folle, ndr) e i repubblicani di disumanizzare e diffamare con queste accuse i migranti, oltre al fatto che gli haitiani insediati in Ohio hanno uno stato legale.

In merito all’aborto invece Walz ha sottolineato che i democratici sono per la libera scelta «siamo pro-donne e a favore della libertà di fare le proprie scelte in serenità», mentre Vance supporta al linea pro famiglia dei repubblicani e si è detto fortemente contrario a lasciare la decisione agli Stati.

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