Roma, 13 Settembre 2024 – Trinità dei Monti, uno dei monumenti simbolo della Capitale, è finita al centro di una curiosa diatriba tra Italia e Francia. Da una recente ricognizione del patrimonio immobiliare di Parigi, secondo la documentazione redatta da alcuni magistrati francesi nell’ambito di un controllo sulla gestione patrimoniale, sarebbe emersa anche la proprietà della prestigiosa scalinata di piazza di Spagna.
Corte dei Conti francese: “Scalinata costruita con fondi francesi”
Oltre alle cinque chiese francofone e circa 13 immobili appartenenti a Parigi e gestiti dai Pieux établissements de la France a Rome, istituzione posta sotto il controllo dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede secondo accordi internazionali con il Vaticano (risalenti al Settecento), spunterebbe anche Trinità dei Monti, come confermato dalla Corte dei conti francese che ne denuncia la gestione sciatta e disinteressata oltre a denunciare decisioni “opache” sottolineando la necessità di confermarne lo “status giuridico”.
Rampelli: «Manderemo esperti al Louvre»
Immediate le reazioni delle Istituzioni italiane, primo fra tutti Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati e membro di Fratelli d’Italia che commenta con ironia quanto sostenuto dalla Corte dei conti francese. «Manderemo esperti al Louvre per fare la ricognizione aggiornata dei beni sottratti all’Italia nel corso della storia, soprattutto quella del XIX secolo o regalati da geni forse costretti a privarsi di rinomate opere d’arte che hanno reso il Louvre il museo più visitato al Mondo. Le comiche». Inoltre spiega che l’accordo sulla gestione del patrimonio fu voluto da Papa Pio VI nel 1790 che diede l’incarico al cardinale de Bernis, ambasciatore presso la Santa Sede. Sotto il fascismo il Pieux établissements dovette riconsegnare i beni affidati in gestione e l’ambasciatore di Francia non poté lasciare il Vaticano per evitare l’espulsione del corpo diplomatico che, di fatto, toccò ai loro colleghi dell’ambasciata francese in Italia.