Roma, 7 Agosto 2024 – Yahya Sinwar nominato nuovo capo politico di Hamas. L’assassinio di Ismail Haniyeh avvenuto a Teheran la scorsa settimana aveva lasciato un vuoto di potere all’interno dell’organizzazione fondamentalista islamica. Inoltre, con l’uccisione da parte di Israele di altri numerosi alti funzionari di Hamas nel corso degli ultimi mesi, Sinwar era diventato la figura più importante del gruppo. La scelta rivela che la leadership di stanza a Gaza, collegata al braccio armato conosciuto come Brigate Qassam, ha sostituito il gruppo di potere in esilio che tradizionalmente ha sempre conservato una posizione di comando, soprattutto nella gestione delle relazioni diplomatiche in generale e coi i propri alleati.
Sinwar continuerà i negoziati per il cessate il fuoco
Haniyeh viveva in esilio autoimposto dal 2019. Si trovava in Quatar. Aveva assunto un ruolo diretto nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, attraverso colloqui con negoziatori statunitensi, qatarioti ed egiziani, sebbene lui e altri funzionari abbiano sempre avanzato le proposte di Sinwar. Il portavoce, Osama Hamdan, ha reso noto tuttavia che anche lui continuerà i negoziati per il cessate il fuoco. Inoltre ha affermato che, «Il problema nei negoziati non è il cambiamento di Hamas», bensì Israele e gli Stati Uniti, accusati di non puntare realmente in quella direzione.
Iraniani e Hezbollah sostengono nomina
Le autorità governative dell’Iran e gli Hezbollah libanesi, alleati di Hamas, hanno manifestato sentimenti di approvazione rispetto alla scelta di Sinwar di guidare l’organizzazione fondamentalista islamica. Khaled Kaddoumi, rappresentante nella Nazione persiana, lo ha definito una “scelta consensuale” tra tutte le fazioni e coinvolto nel processo decisionale del gruppo in ogni momento, compresi i negoziati. Si ricorda che Sinwar è nascosto da quando ci sono stati gli attacchi del 7 ottobre. Che hanno innescato la ritorsione israeliana.
Pende mandato d’arresto per crimini di guerra
Il bilancio delle vittime tra i palestinesi si avvicina ora a 40.000. La maggior parte della popolazione, costituita di 2,3 milioni di abitanti, è stata cacciata dalle proprie case, che nella maggior parte dei casi sono state distrutte. La Corte penale internazionale, lo scorso maggio, ha chiesto un mandato d’arresto contro Sinwar, con l’accusa di crimini di guerra per l’attacco del 7 ottobre. La medesima accusa pende sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e sul il ministro della Difesa israeliano.