Parigi, 29 Luglio 2024 – Thomas Ceccon ha vinto la medaglia d’oro olimpica nei 100 metri dorso maschili. L’argento è andato al cinese Jiayu Xu, il bronzo allo statunitense Ryan Murphy. Thomas Ceccon non era favorito per questa gara, ma dopo aver virato al terzo posto, con una progressione incredibile è stato capace di una rimonta pazzesca, riprendendo Murphy e poi sfidando, con successo, il lanciato Xu. E ora ci riproverà nei 200m dopodomani.
«Gara preparata in ogni minimo dettaglio»
Una medaglia d’oro olimpica val bene un’intervista di poche parole a causa dell’emozione. E così Thomas Ceccon, ai microfoni della Rai, dopo l’oro vinto nei 100 dorso è riuscito a dire solo poche battute: «La finale l’ho preparata in ogni minimo dettaglio, sono molto emozionato e felice». Anche se la felicità del veneto di Thiene non è come quella del primo azzurro a ottenere l’oro per l’Italia, quel Nicolò Martinenghi che come lui aveva già vinto Mondiale ed Europeo.
«Quando ero ragazzino andavo in macchina agli allenamenti con Alberto (l’allenatore, ndr) agli allenamenti. Mi chiese quale fosse il mio sogno, io dicevo di vincere le Olimpiadi e lui “Calma, una cosa alla volta”. Da ragazzino sapevo che potevo vincerla». Fresco d’aver ricevuto la medaglia d’oro ha ammesso di essersi «emozionato sul podio. Qualcosa di molto forte. Ai Mondiali non mi era successo però qui c’è una gara ogni 4 anni, se sbagli qualcosa hai perso tutto. Si gioca sui decimi, ho fatto la gara che andava fatta. Nella mista proverò a gestirla in modo diverso». Negli ultimi metri, infatti, «ero al limite, però andava fatta così. Io sono orgoglioso di quello che ho fatto, la cosa brutta che ho i 200 tra due giorni…». Ma avrà tempo per festeggiare.
Pilato, un centesimo dal podio
Un centesimo e niente podio. Che nell’intervista del dopo gara ha definito “stronzo”. Eppure oggi per Benedetta Pilato è «il giorno più bello della mia vita». Nella finale olimpica dei 100 metri rana femminili a Parigi 2024, la Pilato ha sfiorato il podio di un niente. Anzi, di un centesimo. Ha chiuso in 1’05″60, a un centesimo dal bronzo dell’irlandese Mona Mc Sharry. «Mi dispiace ma le mie sono lacrime di gioia» – ha spiegato con gli occhi gonfi e rossi per l’emozione – «Oggi è il giorno più bello della mia vita. Sono contenta, un anno fa neanche ero in grado di farla questa gara. Ci ho provato dal primo metro, questo è un punto di partenza. Si riparte da qui».
Macchi fioretto d’argento. Disastro dei giudici: Cerioni li sfida, Filippo si dispera in pedana
Prima medaglia (d’argento molto tendente all’oro) dalla scherma alle Olimpiadi di Parigi 2024, per Filippo Macchi nel fioretto maschile. Il toscano di Pontedera ha perso contro l’atleta di Hong Kong, Cheung Ka Long all’ultima stoccata, molto contestata. La sfida che ha deciso l’oro olimpico è stata caratterizzata da scelte che hanno lasciato più di qualche dubbio. Cheung Ka Long ha vinto 15-14, ma sul 14-14, con l’azzurro che era stato avanti anche 14-12, i giudici per due volte avevano deciso di non decidere pure con il ricorso alla moviola. E già in quel momento il responsabile tecnico dell’Italia, Stefano Cerioni, non aveva nascosto tutto il suo disappunto. Anche la stoccata decisiva, quella del 15-14, ha scatenato polemica: qui gli arbitri, dopo l’ulteriore ricorso alla moviola, hanno deciso per l’atleta di Hong Kong.
Alla fine della gara «ero triste. La scherma, il fioretto, è uno sport a discrezione dell’arbitro». Filippo Macchi ha aspettato prima di parlare. Troppo il dispiacere per l’esito della finale nel fioretto, a Parigi 2024. È arrivato un argento, ma le decisioni dei giudici hanno lasciato l’amaro in bocca: «Sono stato avanti anche 14-12 ma non sono stato in grado di chiuderla lì. Riguarderò le stoccate a casa. Dentro sentivo di aver ragione. Tanto rammarico e dispiacere, ho sognato mille volte questo momento. Ora c’è la gara a squadre, siamo arrabbiati, mi sono stati vicinissimi».
Malagò: «Presentato protesta formale»
Il presidente del Coni va visibilmente contrariato a presentarsi ai microfoni della Rai, dopo la finale del fioretto maschile che ha visto Filippo Macchi vincere l’argento al termine di una sfida piena di polemiche, contro l’atleta di Hong Kong Cheung Ka Long. «Ci sono sport in cui si va con il centimetro o con il cronometro, andiamo meglio con quelli», ha sottolineato. «Poi ci sono sport, che sono la maggioranza, in cui è indispensabile avere dei giudici, degli arbitri. Uno li deve rispettare, comprendere. Sono qui con il presidente della Federazione Azzi, abbiamo fatto una protesta formale, ufficiale». Nello specifico, per Giovanni Malagò «c’è un errore di fondo, inaccettabile per la credibilità di questo sport, in assoluto di ogni sport. I due giudici erano uno di Taipei, l’altro dalla Corea. Se fai una finale tra un italiano e uno di Hong Kong…Sono estratti a sorte, ma se il primo estratto è di Taipei, il secondo lo vai a prendere dal Lussemburgo, dalla Francia, dalla Germania, da dove vuoi tu. No che vai a prendere gli unici due arbitri su sei asiatici. Ma in quale altro sport vai a prendere arbitri che sono dei Paesi confinanti a uno dei finalisti? E senza dire che uno può stare in cattiva fede. Però tutte le polemiche che vengono fuori hanno un loro fondamento. Sono dispiaciuto. Abbiamo fatto una formale protesta, inutile che ci prendiamo in giro, lascia il tempo che trovan però siamo stanchi di questa situazione».