Bruxelles, 24 luglio 2024 – La riforma del Governo italiano sul premierato finisce sotto l’occhio vigile della Commissione Ue che esprime alcune perplessità all’interno del report sullo stato di diritto della stessa istituzione europea. Tra i tanti dubbi posti in essere dal report della Commissione Ue l’impossibilità per il presidente della Repubblica di trovare una maggioranza alternativa o di poter individuare un primo ministro che sia esterno al Parlamento.
Utilizzo eccessivo dei decreti legge
Anche gli stakeholders hanno sollevato dubbi in particolar modo sul sistema di “pesi e contrappesi istituzionali” e sugli eventuali benefici che, come si legge nel “Country Report” dedicato all’Italia dovrebbero portare, “a maggiori stabilità”. Nel mirino finiscono anche i numerosi decreti legge degli ultimi decenni di Governo (compreso quello attuale).
In Italia “i giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell’esercizio della loro professione” e il Governo è chiamato a “proseguire l’iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto delle norme Ue sulla tutela dei giornalisti”. Lo scrive la Commissione Ue nelle raccomandazioni a Roma contenute nel rapporto sullo stato di diritto. Bruxelles si sofferma anche sulla Rai, avvertendo che il Governo deve “garantirne l’indipendenza” e “finanziamenti adeguati”.
Reato d’ufficio
Parlando di lotta alla corruzione, la Commissione Ue critica l’Italia per la legge che abroga il reato di abuso di ufficio limitandone inoltre la portata per traffico di influenze che potrebbe ripercuotersi sulle investigazioni per frode o corruzione. “Le modifiche proposte alla prescrizione” – spiega il report – “potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti giudiziari per reati penali, compresi i casi di corruzione”.
“La durata dei procedimenti ha continuato a diminuire, anche se rimane una sfida seria. Secondo il Quadro di valutazione della giustizia dell’Ue, nel 2022 il tempo di smaltimento delle cause civili e commerciali di primo grado è diminuito di 20 giorni rispetto al 2021, ma è tra i più lunghi dell’Ue, poiché occorrono ancora 540 giorni per risolvere tali casi“.
“Per la Commissione europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa, nel 2022 il tempo di smaltimento delle cause penali di primo grado ha registrato una notevole diminuzione, essendo pari a 355 giorni rispetto ai 399 giorni del 2021. Secondo i dati presentati dalle autorità, nella prima metà del 2023 si è potuto osservare un ulteriore miglioramento dei tempi di smaltimento delle cause civili e commerciali di primo grado che sono diminuiti di altri 87 giorni (pari a 453 giorni), mentre quelli delle cause penali di primo grado sono diminuiti di altri 80 giorni (pari a 275 giorni)”.