Dacca, 20 Luglio 2024 – La polizia del Bangladesh ha sparato nuovamente colpi di arma da fuoco contro i manifestanti nella Capitale Dacca, come ha visto un giornalista dell’Afp presente sul posto. Almeno una persona è rimasta ferita tra le migliaia presenti nel quartiere residenziale di Rampura per la manifestazione, che si è svolta nonostante il coprifuoco imposto dal Governo per contenere i crescenti disordini civili che finora hanno causto 32 morti.
Circa 300 agenti di polizia del Bangladesh sono rimasti feriti durante gli scontri di ieri in varie località intorno alla Capitale, ha riferito oggi un portavoce della polizia, mentre la premier Sheikh Hasina ha annullato i suoi impegni all’estero a causa delle violenze. «Almeno 150 agenti di polizia ricoverati in ospedale. Altri 150 hanno ricevuto cure al pronto soccorso», ha affermato Faruk Hossain, aggiungendo che le forze dell’ordine hanno combattuto contro «centinaia di migliaia» di manifestanti.
Motivazioni
Il Bangladesh è nel caos a causa delle manifestazioni degli studenti contro la riforma delle assunzioni nel pubblico impiego. La minaccia viene da un movimento di studenti esasperati dalla mancanza di prospettive di lavoro e da un sistema di quote nelle assunzioni nel settore pubblico che favorisce una piccola minoranza di giovani a discapito di tutti gli altri. Gli scontri tra i manifestanti, le forze di sicurezza e i militanti dell’ala giovanile del partito della premier sono iniziati lunedì e sono andati crescendo d’intensità giorno dopo giorno.
Per il momento non sono valsi a nulla i tentativi del Governo di sedare la protesta, ordinando la chiusura delle Università, sospendendo i servizi telefonici e internet e bloccando le trasmissioni dei canali televisivi all news. Secondo la Telecommunication Regulatory Commission il blocco sarebbe invece da imputare a un attacco sferrato dai manifestanti a un centro per le trasmissioni. Tra i bersagli degli ultimi giorni c’è stata anche la sede della Tv di Stato. Ieri i siti web della Banca centrale, del primo ministro e della Polizia hackerati da un gruppo che si autodefinisce THE R3SISTANC3. “Stop Killing Students”, si legge sui siti, “It’s not a protest anymore, it’s a war now”. Seguono appelli a unirsi alla rivolta.