New York, 15 Luglio 2024 – L’Onu, in una dichiarazione congiunta con Unicef e Oms, lancia l’allarme per i tassi di vaccinazione infantile nel Mondo che risultano stagnanti e non ancora tornati ai livelli pre-Covid. Rispetto al periodo pre-pandemia, quando l’86% dei bambini era vaccinato, nel 2023 questa percentuale si è abbassata all’84. I minori non sono stati vaccinati contro difterite, tetano e pertosse. Questa percentuale non è cambiata dal 2022, il che significa che i modesti progressi osservati quell’anno, dopo il forte calo dovuto alla crisi del Covid-19, hanno “segnato il passo”.
«Le ultime tendenze mostrano che molti Paesi continuano a trascurare troppi bambini», ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Unicef Catherine Russell.
«Siamo in ritardo», ha ammesso alla stampa Kate O’Brien, responsabile della vaccinazione presso l’Organizzazione mondiale della sanità. «La copertura vaccinale globale non si è ancora completamente ripresa dal declino storico osservato durante la pandemia», ha spiegato. Nel 2023, 14,5 milioni di bambini nel Mondo erano a “dosi zero”, cioè non avevano ricevuto alcuna dose di vaccino, una cifra in aumento poiché erano 13,9 milioni nel 2022 e 12,8 milioni nel 2019.
«Questo comportamento mette a rischio la vita dei più vulnerabili», ha avvertito la O’Brien. La metà dei non vaccinati vive in 31 Paesi dove ci sono conflitti senza tregua. Il motivo è la difficoltà dei bambini che soffrono la fame e che non hanno accesso ai servizi sanitari. In queste Nazioni è anche molto più probabile che non ricevano le dosi di richiamo necessarie. In tutto il Mondo, 6,5 milioni di bambini non hanno ricevuto la terza dose del vaccino antidifterite-tetano-pertosse necessario per garantire una protezione efficace. Queste disparità nella copertura vaccinale favoriscono lo sviluppo di alcune malattie come il morbillo.
Alta invece la vaccinazione contro il papillomavirus, responsabile soprattutto del cancro del collo dell’utero. Ma anche qui ci sono disparità significative: nei Paesi “ricchi” sono vaccinate il 56% delle ragazze adolescenti e il 23% in quelli in via di sviluppo, ben al di sotto dell’obbiettivo del 90%.