Arrestato Bozzoli: si nascondeva nella villa sul Lago di Garda

 

Venezia, 12 luglio 2024 – Dopo 11 giorni di latitanza e la fuga all’estero, Giacomo Bozzoli, è finito in manette grazie al lavoro dei Carabinieri del Reparto operativo di Brescia. L’uomo si nascondeva nella sua villa sul Lago di Garda all’interno di un cassettone del letto matrimoniale; insieme a lui trovato un borsello con 50mila euro.

«Sono innocente, non merito l’ergastolo» avrebbe detto agli agenti subito dopo la cattura come confermato anche dal procuratore Francesco Prete che ha affermato che «Bozzoli ha dichiarato che si adopererà per cambiare il quadro probatorio e dimostrare la sua innocenza» sottolineando però che il fatto che fosse nascosto manifesta l’intenzione di non costituirsi.

L’accusa

Imprenditore di 39 anni è accusato dalla procura di Brescia di aver ucciso lo zio Mario Bozzoli la sera dell’8 ottobre del 2015 e di aver cercato di farne sparire il corpo bruciandolo nella fonderia di famiglia a Marcheno. I due avrebbero infatti avuto alcuni dissapori in merito alla gestione dell’azienda familiare. La fuga inizia il 1 luglio quando Bozzoli non si presenta in aula al momento della conferma della sentenza a suo carico (ergastolo) da parte della Corte di Cassazione di Roma, così i carabinieri sono andati prenderlo nella sua residenza di Soiano dove però non lo hanno trovato.

A confermare i sospetti sulla possibile latitanza i vicini che hanno affermato che la famiglia mancava da casa da almeno una decina di giorni. In fuga con la compagna Antonella Colossi e con il figlio di quasi 9 anni ha lasciato l’Italia spostandosi tra Cannes, Madrid e poi a Marbella dove alcune telecamere di un hotel lo hanno ripreso, come confermato dal personale della reception, per poi sparire nel nulla. Le tappe sono confermate anche dal figlio piccolo a lungo ascoltato dagli inquirenti. Al momento l’accusato si trova nel carcere di Mombello, uno dei più affollati.

Un passo falso o una soffiata

Secondo alcuni investigatori la cattura di Bozzoli potrebbe essere stata agevolata da un suo possibile passo falso, “una leggerezza” che ha reso possibile rintracciarlo, nascondendosi nel cassettone della propria abitazione piuttosto che fuggire verso quei Paesi extra Schengen, forse anche per restare vicino al figlio piccolo. Tra le ipotesi c’è anche chi parla di possibili intercettazioni grazie anche alle cimici.

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