Roma, 6 Luglio 2024 – Il primo ministro ungherese Viktor Orbán si è detto soddisfatto per il risultato ottenuto in merito alla sua recente visita a Mosca dove ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin per discutere del conflitto in Ucraina e mediare per raggiungere la fine delle ostilità.
“Missione compiuta!” – scrive su X Orbán – “Il mio obiettivo era aprire i canali di comunicazione diretta e avviare un dialogo sulla strada più breve verso la pace. Continuerò a lavorare per porre fine al conflitto tra Mosca e Kiev” riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.
Una visita non gradita
La visita di Orbán a Putin ha suscitato da subito preoccupazioni e perplessità da parte dei vertici europei e non solo, soprattutto perché attualmente il primo ministro ungherese riveste la carica di presidente di turno dell’Unione europea. Josep Borrell, Alto rappresentante europeo, afferma che la visita a Mosca «rientra esclusivamente nelle relazioni bilaterali tra Ungheria e Russia. Le posizioni sulla guerra russa contro l’Ucraina escludono contatti ufficiali tra l’Ue e il presidente Putin. Orbán quindi non rappresenta l’Ue».
Dal Consiglio europeo tuona Charles Michel che ribadisce come non ci possa essere alcuna discussione sul conflitto senza che questa sieda al tavolo delle trattative (dichiarazione riportata anche da Kiev), sottolineando che la presidenza di turno Ue non ha alcun mandato per impegnarsi con Mosca. «La Russia è l’aggressore e l’Ucraina la vittima» conclude. Preoccupazioni anche dalla Casa Bianca.
La replica di Orbán
Non ci sta Orbán che si difende sostenendo che sia proprio l’insensatezza burocratica Ue che non ha portato alcun risultato in merito al conflitto tra Russia e Ucraina, «abbiamo bisogno di un approccio politico non burocratico se vogliano la fine delle ostilità» dichiara.
Proseguono gli scontri
Mentre il dibattito prosegue, ampliandosi fino alle possibili implicazioni sul nuovo partito di estrema destra europea denominato “Patrioti”, nella notte l’esercito russo ha colpito con droni la Regione ucraina di Sumy causando numerosi danni a infrastrutture energetiche.
Massiccio attacco anche da Kiev che, come riporta l’agenzia Tass, ripresa dal ministero della Difesa di Mosca, ha colpito con droni le Città di Belgorod, Shebekino e la Regione russa occidentale di Kursk.