Roma, 19 Giugno 2024 – Una panchina rossa per la denuncia e l’eliminazione della violenza sulle donne sarà inaugurata venerdì 21 giugno alle ore 11 nei giardini della Biblioteca nazionale a Roma. È la prima posizionata in un Istituto del ministero della Cultura a Roma da quando è sorta l’iniziativa. Il progetto culturale, sociale e comunitario chiamato “Panchine Rosse” nasce nel 2014 a Torino.
Accanto alla panchina verrà piantato un albero di corbezzolo che con i suoi frutti di colore rosso è carico di valore simbolico. Per l’occasione la Biblioteca aveva organizzato un concorso per scegliere una frase che testimonierà l’impegno del progetto. Una classe seconda del Liceo statale romano “Giosuè Carducci” ha ideato la frase vincitrice. Sarà stampata su una targa da posizionare accanto alla panchina per ricordare l’impegno delle nuove generazioni nella lotta contro la violenza di genere.
L’iniziativa #panchinerosse
Si tratta di un progetto open ideato da Stati Generali delle Donne, movimento internazionale simbolo del rifiuto della violenza di genere. Il forum interviene nelle attività che alimentano un percorso di crescita e maturazione di una nuova consapevolezza sociale e culturale dell’identità maschile e femminile focalizzandosi sul problema delle discriminazioni in tutti gli ambiti. Alla sua diffusione può contribuire chiunque. Basta posizionare una panchina in una piazza, in un giardino pubblico, davanti a una scuola, a un museo o in un centro commerciale, ovunque.
La panchina simboleggia il posto lasciato vuoto da una donna vittima di femminicidio: il passante viene invitato a sedersi e a riflettere sulla necessità di dedicare un momento di ascolto e sostegno alle vittime di violenza. Sul sito “panchinerosse” si può leggere: “Il mio posto è vuoto ma IO SONO QUI, sono questa PanchinaRossa come il mio sangue versato. Sono qui per ricordare che il femminicidio e la violenza sulle donne, fisica, psicologica, economica, lo stalking non devono più esistere. Fermati, siediti. In tutta Italia e nel Mondo. Per non dimenticare, per costruire un percorso di sensibilizzazione, per promuovere e sostenere azioni concrete con le Istituzioni, i Comuni, le Associazioni, le Scuole, le Famiglie, le Aziende … la Società Civile tutta”.
Il colore rosso rappresenta il sangue versato delle vittime. Ciò riprende la campagna di lotta per la giustizia nei confronti delle morti avvenute a Ciudad Juárez in Messico. Qui nell’agosto 2009 l’artista Elina Chauvet realizzò l’istallazione Zapatos Rojos, collocando 33 paia di scarpe femminili rosse nella piazza della Città.
Mettetene una sul palco del concerto di fine anno. Insieme ad un paio di scarpe rosse. Puo’ essere che Toni Effe e quelli che lo difendono capiscono qualche cosa. Si comincia dal linguaggio il cambiamento.