Torna a Scanno, “Borgo delle antiche regine”

 

Scanno, 15 Giugno 2024 – Anche quest’anno si preannuncia uno tsunami culturale il festival letterario tutto al femminile Ju Buk Festival (che nel gergo locale sta a indicare la bisaccia del pastore transumante): giunto alla sua IV edizione, sotto gli alti patrocini del Mic (ministero della Cultura) e della Regione Abruzzo, avrà luogo dal 26 al 28 luglio presso l’auditorium Guido Calogero a Scanno, antico borgo nel Parco nazionale d’Abruzzo. Promosso dall’associazione FactoryA, network di informazione per contribuire a rendere più visibili le realtà femministe, eco-politiche, antirazziste e anticapitaliste e per sostenere l’eliminazione degli stereotipi sulle relazioni affettive, sui corpi e la cura, l’intento di Ju Buk Festival è ambizioso.

«Fare cultura in ottica femminista e capovolgere le narrazioni degli eventi può rappresentare, in questa fase storica, un sostegno alla conoscenza necessaria ad attivare una riconversione sociale e ambientale su presupposti radicalmente opposti al modello dominante rilanciato dal mainstream e che ancora oggi permea ogni ambito della nostra vita sociale, nonostante abbia portato a conseguenze devastanti per il Paese, dall’inverno demografico all’inoccupazione delle donne, ai numeri sconcertanti della violenza di genere. La letteratura delle Donne rappresenta una preziosa opportunità di riflessione e progettualità, una pratica critica che dovrebbero considerare anche e soprattutto le istituzioni per giungere a un nuovo patto sociale, realmente equo e condiviso, basato su cardini più forti e potenti e che, in tal senso, può davvero salvare il mondo» afferma Eleonora de Nardis Giansante, direttrice della kermesse a Scanno.

Abbattere i pregiudizi e empowerment femminile

La prima giornata sarà dedicata agli ultimi Esordi di successo, con Monica Acito e il suo acclamato “Uvaspina” (Bompiani 2023) e Raffaella Simoncini che affronta il tema della malattia in Bulky, della casa editrice abruzzese NEO, interessante esempio di editoria indipendente che anche quest’anno fa capolino al Premio Strega. Pagine in grado di rammendare strappi sociali, rovesciare rappresentazioni, abbattere pregiudizi, costruire ponti tra culture e scrivere nuove grammatiche di rapporti tra generi.

Aprirà la seconda giornata intitolata “Corpo l’economista femminista”, Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics di Unitelma Sapienza: dopo il bestseller “Le signore non parlano di soldi”, prosegue la sua opera di empowerment femminile con “Come chiedere l’aumento” (Fabbri 2024).

Si proseguirà con “La donna che odiava i corsetti” di Eleonora D’Errico, biografia di Rosa Genoni che vedrà l’autrice in dialogo con Michela Bonafoni, studiosa di moda e costume e docente allo IED di Milano e si terminerà con il suggestivo saggio “A questo serve il corpo” (Bompiani 2023) della firma culturale del Corriere della Sera Roberta Scorranese, che percorre l’evoluzione dell’immagine della donna nell’arte, a partire da un celebre verso della poeta Patrizia Cavalli.

Cambiamento sociale e culturale

Prevista per il sabato sera l’attesa anteprima nazionale del reading “Sei troppo figa!” scritto dalla drammaturga Antonella Questa e interpretato dall’attrice e attivista Valentina Melis, reduci entrambe dal grande successo del tour della pièce “Stai zitta!” tratto dal bestseller di Michela Murgia.

La giornata conclusiva dal titolo “Scelte”, vedrà sul palco le firme de IlSole24Ore Monica D’Ascenzo e Manuela Perrone con il loro ultimo lavoro “Mamme d’Italia” con l’intervento della politica Marta Bonafoni e le giornaliste del gruppo Lost in Europe Cecilia Ferrara e Angela Gennaro con Perdersi in Europa senza famiglia, Storie di minori migranti (AltraEconomia 2023).

Il festival a Scanno si chiuderà con la narrativa: la domenica sera sale sul palco il romanzo “La piccinina” di Silvia Montemurro (e/o edizioni 2023) che racconta la storia dei primi movimenti femminili operai nel segno di quel tracciato della Memoria che ci è necessario per poter ricordare chi siamo e guardare al futuro, affinché la letteratura delle Donne non resti solo inchiostro su carta ma possa realmente fare da volano a un cambiamento sociale e culturale e alla sempre più urgente scrittura di una nuova grammatica dei rapporti tra i generi.

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