Antitrust avvia istruttoria per gare Ama senza concorrenza

 

 

Roma, 13 Giugno 2024 – Sette società attive nel settore della riparazione e manutenzione di veicoli (Autofficina F.lli Pennesi, Mfm, Autofficina Pontina, Drive Line Service, Italmeccanica, Pagliani Service, Raggruppamento Officine Meccaniche Ar.Ma) sono finite al centro di unindagine avviata dall’Antitrust per presunta intesa anticoncorrenziale in alcune gare di bando dell’Ama inerenti la manutenzione degli autotelai cabinati e complessivi meccanici Iveco, Renault e Mercedes. A far scattare l’istruttoria è proprio l’Ama che, tramite una denuncia alla autorità competenti, ha segnatalo la presunta condotta scorretta tra alcune aziende partecipanti al bando effettuato tra marzo e maggio dello scorso anno.

Stando all’azienda infatti le modalità di partecipazione hanno messo in evidenzauna assenza di concorrenza in tutte e tre le procedure ed esiti insoddisfacenti per la stazione appaltante” compresa la gara bandita da Ama nel dicembre 2023 a seguito della revoca delle prime tre procedure competitive.

L’ispezione

Nella giornata di ieri i funzionari dell’Antitrust supportati dagli uomini del Nucleo speciale Antitrust delle Fiamme Gialle, hanno eseguito delle verifiche e indagini presso le sedi delle società coinvolte nella procedura e anche di altri soggetti, tutti  “ritenuti in possesso di elementi utili ai fini investigativi”, spiegano dall’Autorità, sottolineando che “le società potrebbero dunque avere violato l’articolo 2 della legge n. 287/1990” (che pone divieto assoluto alle intese tra imprese che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante). Probabile scopo di tale accordo sotto banco l’intenzione di far alzare il prezzo dei servizi presentando offerte concordate.

Vicenda molto simile a quanto avvenuto nel 2019, sotto l’amministrazione dell’allora sindaca pentastellata Virginia Raggi, che denunciò l’assenza di partecipazione ad alcune gare di bando e chiese l’intervento dell’Autorità Garante, poiché si sospettava l’intenzione da parte delle aziende strette in un cartello di far alzare l’offerta.

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