Lavrov: «Soluzione politica se l’Occidente non invia armi a Kiev»

Roma, 30 Maggio 2024 – «Se l’Occidente smettesse di fornire armi a Kiev sarebbe (teoricamente) possibile accelerare su una eventuale soluzione politica per porre fine al conflitto tra Mosca e Ucraina». Queste le parole del ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov intervistato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti sottolineando che prima Kiev interrompe le ostilità, prima sarà possibile parlarne.

 

Contestualmente però Lavrov ha precisato che Mosca potrebbe adottare delle misure specifiche per quanto riguarda la deterrenza nucleare nel caso in cui gli Usa dovessero schierare in Europa e nella Regione Asia-Pacifico i propri missili, affermando che il presidente Vladimir Putin prenderà una decisione in merito e che se gli americani dovessero procedere con i loro piani di dispiegamento dei missili a medio e corto raggio, Mosca sicuramente reagirà e potrebbe addirittura abbandonare le autolimitazioni unilaterali adottate dalla Russia dopo l’uscita degli Usa dal Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, siglato nel 1987 sulla presenza di missili nucleari a medio-corto raggio in territorio europeo).

«Non escludiamo» – conclude il ministro – «ulteriori passi nel campo della deterrenza nucleare, dopo tutto, i missili avanzati americani, saranno in grado di coprire i posti di comando e le posizioni delle nostre forze nucleari. Le decisioni su questi temi sono di competenza del presidente della Federazione russa».

Usa valutano via libera Kiev

Contestualmente, mentre a Kharkiv risuonano le sirene antiaeree, il presidente americano Joe Biden sta prendendo in considerazione il via libera a Kiev per attaccare Mosca con armi a corto raggio, questione già approvata dalla Polonia e dalla Finlandia. Contrarie al momento solo Spagna e Italia. Anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ritiene un diritto di Kiev attaccare gli obiettivi militari di Mosca in quanto «la Russia ha invaso l’Ucraina violando il diritto internazionale e questi hanno pieno diritto a difendersi, diritto previsto anche dalla Carta delle Nazioni Unite».

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