Olimpiadi Cortina 2026: tre indagati per corruzione

 

Milano, 21 Maggio 2024 – Piomba l’ombra della corruzione sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, la cui Fondazione omonima (Fondazione Milano-Cortina) organizzatrice della manifestazione sportiva è finita al centro di un’inchiesta della procura milanese per corruzione e turbativa d’asta (turbata libertà degli incanti) avviata dai pubblici ministeri Alessandro Gobbis e Francesco Cajani. Accompagnati questa mattina dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano gli uomini della Guardia di Finanza hanno dato inizio alle perquisizioni nella sede della Fondazione

Gli indagati

A finire al centro delle indagini sulle Olimpiadi, tre persone tra ex dirigenti e dipendenti della Fondazione Milano-Cortina: Vincenzo Novari, ex amministratore delegato; l’ex dirigente Massimiliano Zuco e Nicola Tommasini legale rappresentante della Quibyt (ex Vetrya Spa, di Orvieto) società incaricata dello sviluppo dei servizi digitali collegati alle olimpiadi e paralimpiadi. I finanzieri oltre a condurre ispezioni e verifiche dei sistemi informatici ispezioneranno anche gli uffici di Deloitte subentrati alla Vetrya Spa.

Stando alle prime ricostruzioni avviate dagli inquirenti, come si apprende dal comunicato della procura di Milano, gli accertamenti investigativi lascerebbero intendere che la Fondazione Milano-Cortina abbia una realtà sostanzialmente pubblicistica che persegue uno scopo di interesse generale, con membri, risorse e garanzie dello Stato e di enti locali, nonostante questa si qualifichi come ente senza scopo di lucro, operante in regime di diritto privato”. Il lavoro delle Fiamme Gialle, spiega la nota, interessa non solo le procedure per la scelta dei fornitori e degli sponsor tecnologici, ma anche le modalità di assunzione dei dipendenti, alcuni dei quali ascoltati come persone informate sui fatti.

Adobi: «Attendiamo esito delle indagini»

Non si sbilancia il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Adobi che, impegnato in un incontro con il Roma Club Gerusalemme, ha voluto esprimere parole di sostegno verso il lavoro svolto “egregiamente” dalla Guardia di Finanza, sottolineando che bisogna attendere il risultato delle indagini (al momento preliminari) «che non sono mai motivo di orgoglio, ma nemmeno di preoccupazione» spiega il ministro paragonando la Fondazione a una casa di vetro «dove tutti possono guardare e trovare le risposte sui comportamenti inerenti la gestione aziendale e sulla trasparenza».

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