Istanbul, 1 Maggio 2024 – Scontri tra manifestanti e polizia a Istanbul per la Festa dei lavoratori. Il motivo dello scontro tra cittadini e forze dell’ordine è stata la chiusura della piazza centrale della Città (piazza Taksim, già in passato sede di proteste antigovernative) dove le persone radunate non possono entrare per il corteo. Nel tentativo di fermare la marcia, le forze di sicurezza hanno iniziato a usare spray al peperoncino, gas lacrimogeni e armi con proiettili di gomma. Il numero esatto dei manifestanti, che hanno tentato di forzare una barriera formata dagli agenti (come si vede dai video in fondo), non è noto. Tuttavia, secondo il sito dell’opposizione Halk Tv, finora sono state arrestate più di 160 persone.
Istanbul blindata
Dopo le tensioni, i principali gruppi sindacali hanno deciso di non marciare verso la centrare piazza Taksim, zona ufficialmente vietata in seguito alle dimostrazioni. Gli attivisti fermati sono stati portati in caserma per accertamenti, fermati e messi in custodia dalla polizia.
Il centro della città e anche altri quartieri sono completamente transennati dalle forze dell’ordine, che permettono ai passanti di camminare. Mentre la maggior parte dei negozi sono chiusi, le auto non passano, i mezzi del trasporto pubblico non sostano nelle zone centrali e sono presenti per le strade molti mezzi blindati della polizia.
Ozel e Imamoglu coi manifestanti, Erdoğan condanna
Il segretario generale del maggior partito di opposizione Chp Ozgur Ozel e Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul recentemente rieletto con lo stesso partito, hanno contestato la decisione di chiudere piazza Taksim alle celebrazioni. E si sono radunati assieme ai manifestanti presso la sede del Comune, nel quartiere di Sarachane. Ma la polizia non ha permesso loro di marciare verso le zone vietate alle manifestazioni.
Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan aveva contestato i partiti di opposizione per avere chiesto di potere celebrare la Festa dei lavoratori in piazza Taksim. Affermando che «organizzazioni terroristiche vogliono trasformare il primo maggio in uno strumento di propaganda con i loro appelli». E che «è chiaro che insistere per tenere un raduno in una zona diversa da quelle permesse non mostra buona intenzioni».