Quito, 8 Aprile 2024 – Ricorso di “Habeas Corpus” per l’ex vicepresidente ecuadoriano, Jorge Glas. Gli avvocati difensori lo hanno presentato al fine di ottenere il rilascio dal carcere di massima sicurezza di La Roca, a Guayaquil, dove è stato trasferito dopo il suo arresto all’interno dell’ambasciata messicana a Quito. Il raid delle forze di sicurezza dell’Ecuador nella sede diplomatica del Messico ha causato la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, nonché la condanna unanime da parte della maggioranza della comunità internazionale.
Attualmente accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici nell’ambito di un’inchiesta sulla ricostruzione della provincia costiera di Manabì, dopo il grave terremoto del 2016, Glas si rifugiava nell’ambasciata messicana a Quito dal 2023.
Riunione di emergenza dell’Osa
L’Organizzazione degli Stati americani (Osa), su richiesta dell’Ecuador, ha convocato per domani una riunione per discutere della recente irruzione delle forze di sicurezza ecuadoriane nell’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente. Il raid ha portato alla rottura delle relazioni diplomatiche del Messico, che a dicembre aveva concesso asilo politico a Glas e prevedeva di portarlo fuori dalla Capitale ecuadoriana questo fine settimana. La riunione straordinaria si svolgerà alle 15 locali a Washington (le 21 italiane) e avrà all’ordine del giorno le “Regole sulle relazioni diplomatiche e sull’asilo“.
Sabato, il presidente dell’Osa, Luis Almagro, aveva annunciato di voler chiedere una riunione del Consiglio permanente per discutere la questione, dopo aver criticato l’episodio e «qualsiasi atto violante o che metta a rischio» l’inviolabilità di cui godono le rappresentanze diplomatiche. Inoltre, Almagro, aveva espresso la sua «solidarietà a coloro che sono stati vittime delle azioni inappropriate che hanno colpito l’ambasciata messicana in Ecuador».
Dalle Nazioni Unite agli Usa, dall’Europa all’America Latina arriva unanime la condanna del raid
L’alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, ha condannato la «violazione» dell’ambasciata messicana a Quito e ha rivolto «un appello per il rispetto del diritto diplomatico internazionale».
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, attraverso il suo portavoce, ha fatto sapere di essere «allarmato» per il blitz, sottolineando l’importanza dell’inviolabilità delle ambasciate.
I Governi di tutto lo spettro politico dell’America Latina – tra cui Brasile e Colombia a sinistra, Argentina e Uruguay a destra – hanno criticato l’irruzione. Il Governo brasiliano ha definito la mossa dell’Ecuador come una “chiara violazione della Convenzione americana sull’asilo e della Convenzione di Vienna, che stabilisce che i locali di una missione diplomatica sono inviolabili”, aggiungendo che quanto avvenuto “costituisce un grave precedente”.