Bruxelles, 8 Febbraio 2024 – In un momento storico in cui si parla molto di clima e politiche Green ecco che dall’Osservatorio Copernicus, programma di osservazione della Terra messo a punto dalla Commissione europea in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa), arriva la brutta notizia: il Pianeta ha superato la soglia di 1,5°C di riscaldamento per 12 mesi consecutivi. Un dato allarmante che non si verificava dall’era preindustriale.
Per Copernicus tra febbraio 2023 e gennaio 2024 (che si aggiudica lo scettro del mese più caldo di sempre con una media di 13,4°C) il riscaldamento è stato di 1,5 gradi Celsius sopra il livello di riferimento del XIX secolo, ma gli scienziati rassicurano sul fatto che questo non è un dato permanente della violazione della soglia chiave istituita dall’accordo di Parigi.
Burgess: «Ridurre le emissioni di gas serra»
La vicedirettrice Samantha Burgess, commentando i dati diffusi dall’Osservatorio, ha affermato che l’unico modo per porre un freno all’aumento preoccupante delle temperature è «una rapida riduzione delle emissioni di gas serra». Il cambiamento non ha interessato esclusivamente i Paesi europei ma anche quelli al di fuori, come il Canada orientale e l’Africa nordoccidentale con temperature al di sopra della media. La notizia però non giunge del tutto inaspettata, il mese scorso l’Organizzazione meteorologica mondiale aveva lanciato l’allarme sulla possibilità che il 2024 avrebbe potuto raggiungere un nuovo record di temperature elevate.
I dati del NOOA
Allarme condiviso anche dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) che, parlando di percentuali, ritiene che esista una possibilità del 99% che quest’anno sarà il più caldo della storia. La temperatura del mare, parlando di media globale, ha raggiunto i 20,97°C, un record per gennaio, 0,26 C più caldo rispetto al gennaio 2016 (altro record).
Hoskins: «Agire ora»
Brian Hoskins, direttore del Grantham Institute on Climate Change presso l’Imperial College di Londra, commenta il report di Copernicus ritenendo i dati «segnali importanti che dovrebbero preoccuparci poiché sottolineano la necessità di misure d’urgenza per contrastare il cambiamento climatico». Affermazione condivisa anche da Johan Rockström del Potsdam Institute for Climate Impact Research che all’AFP dichiara che questi numeri dicono al Mondo che ci stiamo avvicinando in maniera molto pericolosa e rapida al limite dei 1,5 gradi.