Washington, 19 Novembre 2023 – “Con Israele e Hamas non abbiamo raggiunto alcun accordo in merito alla liberazione degli ostaggi, decine di donne e bambini ancora nelle mani di Hamas”. Sono queste le parole di Adrienne Watson, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, con cui, su X, smentisce le indiscrezioni riportate dal Washington Post in merito al raggiungimento di presunti accordi tra Israele e Hamas.
“Non abbiamo ancora raggiunto un accordo, ma continuiamo a lavorare duro per arrivarci”, sottolinea la portavoce.
Netanyahu: «Voci infondate»
Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in merito agli ostaggi ha dichiarato in conferenza stampa che al momento non esiste alcun accordo per liberare gli ostaggi, ma che «quando ci sarà, lo diremo subito» ribadisce. Parlando della manifestazione delle famiglie degli ostaggi a Gerusalemme, «Io marcio con voi. Tutto il popolo di Israele marcia con voi. Comprendiamo la vostra sofferenza e l’incubo che vivete».
La manifestazione
Migliaia di persone e parenti degli ostaggi nelle mani di Hamas si sono trovate sotto gli uffici di Netanyahu per chiedere maggior impegno da parte del Governo affinché i rapiti possano finalmente tornare a casa. «Non possiamo più attendere che i nostri cari vengano liberati» afferma Yuval Haran al quale gli uomini di Hamas hanno portato via sette familiari.
Da Tel Aviv il ministro Gadi Eisenkot, in un incontro con una delegazione di familiari degli ostaggi, chiarisce che il ritorno degli ostaggi per Israele «è la priorità suprema, e precede anche la demolizione di Hamas».
Oms su Al-Shifa: “Non più in grado di funzionare”
Dopo la richiesta da parte delle forze israeliane di abbandonare l’ospedale di Al-Shifa, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha condotto una missione valutativa definendo la situazione insostenibile e ingiustificabile. Per l’Organizzazione l’ospedale infatti non è più in grado di funzionare, «mancano medicine, acqua, cibo, elettricità» evidenzia Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms aggiungendo che si sta lavorando per un piano di evacuazione anche per portare in salvo i pazienti che non possono più ricevere cure salvavita.