Roma, 15 Agosto 2023 – L’Ecuador si appresta a vivere l’ultima settimana di campagna elettorale nella paura e in stato d’emergenza. Questo perché le violenza non accennano a finire, a 6 giorni dalle elezioni presidenziali. A esser ucciso, dopo l’omicidio del candidato centrista Fernando Villavicencio, il leader locale del partito di sinistra (Revolución Ciudadana) dell’ex presidente Rafael Correa, Pedro Briones. Freddato da due sicari in motocicletta, nella Provincia settentrionale di Esmeraldas. «L’Ecuador sta vivendo la sua epoca più sanguinosa», ha dichiarato la candidata di Rc alla presidenza, Luisa Gonzáles, in testa nei sondaggi. Si tratta del terzo politico ucciso nel Paese in meno di un mese.
La vigilia del voto si macchia ancora di sangue
Questa volta è toccato a un leader locale del partito favorito per le presidenziali del 20 agosto. I candidati promettono di usare le maniere forti contro le bande che ormai tengono in scacco il Paese: in 6 mesi le morti violente sono state ben 3.658. Il 26 luglio il primo esponente politico assassinato fu Agustín Intriago, sindaco 38enne di Manta – la terza città più grande dell’Ecuador – fatto fuori ad appena due mesi dalla sua elezione. Nella notte tra il 9 e il 10 agosto, invece, a Quito il già citato candidato alla presidenza Fernando Villavicencio, ex giornalista noto perché schierato contro le organizzazioni criminali, di cui ha denunciato narcotraffico e corruzione, che ormai tengono in scacco il Paese sudamericano.
Due esponenti salve: una per miracolo, l’altra rapita e rilasciata
Chi invece può dire di averla scampata è l’aspirante parlamentare Estefany Puente, che il 10 agosto è uscita illesa da un tentato assassinio: due uomini hanno sparato all’auto su cui viaggiava col padre qualche decina di chilometro a sud della capitale. Poche ore più tardi, la figlia di un ex sindaco di Quito è stata rapita e poi subito rilasciata.
Il presidente uscente Guillermo Lasso, che non si ricandida, ha promesso che «la pace tornerà presto». Ma per ora non sembra così, anche perché la violenza che ha invaso il Paese non ha precedenti: nei dodici mesi dello scorso anno erano stato 4.600 le vittime, il doppio rispetto al 2021, oltre che un record storico.