Washignton, 21 Giugno 2023 – Le tensioni tra Usa e Cina non sembrano andare verso un miglioramento anzi, sale la tensione dopo che il presidente Joe Biden ha definito il suo omologo cinese Xi Jinping «un dittatore» e parlando del pallone spia abbattuto a inizio anno, evidenzia come Xi sia stato imbarazzato del suo abbattimento al largo delle coste statunitensi. Al momento non sono chiare le motivazioni per cui il presidente si sia lasciato dare a tali affermazioni.
Biden: «Non sapere è fonte di imbarazzo per i dittatori»
Parlando del pallone «pieno di materiale di spionaggio», Biden ha affermato che il motivo per cui Xi si è arrabbiato quando gli Usa lo hanno abbattuto, è perché «non sapeva che fosse lì». «Questo», continua, «per i dittatori rappresenta un motivo di grande imbarazzo: non sapere cosa stesse accadendo lo ha mandato fuori rotta», sostenendo che il Paese versa in grosse difficoltà economiche.
Blinken a Pechino
Le dichiarazioni arrivano all’indomani della visita del segretario di Stato americano Antony Blinken a Pechino dove ha incontrato, oltre al ministro degli Esteri cinese Qin Gang e il capo della diplomazia Wang Yi, presso il complesso diplomatico di Diaoyutai, nel distretto di Haidian della Capitale cinese, proprio il presidente Xi Jinping, per discutere di alcune tematiche importanti come l’attuale situazione ucraina, Taiwan e cercare di saldare i rapporti tra i due Paesi, mantenendo aperti i canali di comunicazione diretta.
Xi non risponde
Silenzio assoluto da parte del leader cinese, probabilmente per non venir meno alle promesse concordate nell’incontro con Blinken, di stabilizzare la rivalità con Washington per evitare che questa possa sfociare in un conflitto e proseguire con il reciproco impegno diplomatico. Immediata invece la replica delle autorità cinesi che hanno ritenuto le affermazioni di Biden “assurde e irresponsabili”. Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri afferma «la Cina esprime disappunto e forte opposizione» verso queste parole che costituiscono una «violazione della dignità politica della Cina».