Trump incriminato per documenti riservati

 

 

Washington, 9 Giugno 2023 – Il Tycoon americano Donald Trump dovrà presentarsi in tribunale nella giornata di martedì per rispondere di alcune accuse mosse contro di lui per aver trattenuto volontariamente dei documenti riservati legati alla difesa nazionale violando così l’Espionage Act.

A diffondere la notizia è proprio l’ex presidente con un post su Twitter mentre si trova in New Jersey, a Bedminster, circondato dai suoi fedelissimi, in cui scrive, confermando l’incriminazione, “oggi è un giorno molto triste e buio per l’America” dichiarando la propria innocenza.

McCarthy: «Una ingiustizia»

Lo speaker repubblicano della Camera americana Kevin McCharthy, ha commentato la notizia dell’incriminazione come una profonda e grave ingiustizia, anche perché «Joe Biden ha tenuto per decenni dei documenti classificati», aggiungendo che accusare un candidato che lo sfida alle elezioni è inconcepibile.

L’indagine

Tutto è iniziato nel 2001 quando gli Archivi nazionali hanno scoperto che Trump non aveva riconsegnato la documentazione riservata una volta finito lasciata la presidenza Usa. La vicenda vede partecipare anche l’FBI nelle indagini, a seguito di una perquisizione a Mar-a-Lago, Palm Beach, in Florida, finita nell’incriminazione.

La vicenda costituisce la prima accusa federale rivolta verso un ex presidente nella storia americana e la seconda accusa per il Tycoon, dopo quella dello scandalo Stormy, in merito a dei pagamenti nei confronti della pornostar Stormy Daniels.

La ricandidatura nel 2024

Le nuove accuse giungono in un momento molto particolare per gli Usa, soprattutto per le elezioni presidenziali del 2024 dato che, come evidenzia il New York Times, Trump è in corsa alla nomination repubblicana e dall’altro lato compete Joe Biden, che ora lo incrimina.

Proprio per questo probabilmente dalla Casa Bianca non giungono commenti in merito alla vicenda.  I candidati repubblicani alla nomination per ora tacciono, così come il partito. I primi commenti a caldo fra i conservatori arrivano dai fedelissimi dell’ex presidente, che lo difendono a spada tratta e si dicono pronti a dare battaglia.

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