Don Matteo Maria Zuppi presidente della Cei

 

 

Città del Vaticano, 28 Maggio 2022 – Scelto dai vescovi e da Papa Francesco il presidente che per i prossimi cinque anni porterà avanti riforme basate sulla maggior inclusione dei laici e delle donne nel governo della Chiesa italiana.

Don Matteo Maria Zuppi è  il nuovo presidente dei vescovi italiani. Con la sua naturale semplicità e con 108 voti di consenso, ha spiazzato gli altri due cardinali che facevano parte della terna, il cardinale Lojudice arcivescovo di Siena che ha ottenuto 41 voti e il siciliano Raspanti che ne ha ottenuto circa 20. Don Matteo Maria Zuppi è “un prete di strada”, scelto ieri da Papa Francesco. Classe 1955 e quinto di sei figli, è stato studente del liceo Virgilio di Roma.

Dopo aver conosciuto Andrea Riccardi fondatore di Sant’Egidio, ha iniziato a frequentare la comunità. Ha attivamente collaborato alle attività, interessandosi alle scuole popolari per i bambini emarginati delle baraccopoli romane. Seguito anziani soli e non autosufficienti, immigrati, senza fissa dimora, malati terminali, disabili e tossicodipendenti. Aiutato i carcerati e le loro famiglie e le vittime dei conflitti nel Mondo.

Il percorso nella Chiesa

Nel 1977 dopo la laurea in Lettere e Filosofia a La Sapienza di Roma con una tesi su Storia del Cristianesimo, è entrato nel seminario della diocesi di Palestrina, seguendo i corsi di preparazione al sacerdozio presso la Pontificia Università Lateranense dove ha conseguito il baccellierato in Teologia. Ordinato presbitero per il clero di Palestrina il 9 maggio del 1981 dal vescovo Renato Spallanzani, è stato nominato vicario del parroco della Basilica di Santa Maria in Trastevere (a pochi passi da Sant’Egidio).

Dal 1983 al 2012 è stato anche rettore della Chiesa di Santa Croce in via Della Lungara. Dal 2000 al 2012 nominato assistente ecclesiastico generale della comunità di Sant’Egidio. Per conto loro è andato in Mozambico come mediatore nel processo che ha portato alla  pace dopo ben 17 anni di una sanguinosa guerra civile. Nel 2010 ha guidato una difficile parrocchia a Torre Angela periferia di Roma. È nel gennaio 2012 che Benedetto XVI lo nomina vescovo titolare di Villanova.

L’assegnazione al vescovado di Bologna

Il 27 ottobre 2015 Papa Francesco gli assegna il vescovado metropolitano di Bologna. Il 19 ottobre del 2019 l’attuale pontefice lo ha creato cardinale lasciandolo a Bologna. Una sede difficile, quella emiliana, in quanto Don Matteo Maria Zuppi si è trovato inizialmente  a “combattere” con diversi parroci, che non vedevano di buon occhio l’arrivo di un prete romano e per giunta appartenente ad un movimento come quello di Sant’Egidio, con significative influenze internazionali. La sua politica di porte sempre aperte a chiunque, la totale disponibilità alle istanze del clero e dei fedeli, hanno ribaltato completamente l’opinione pubblica bolognese.

Oggi guai a chi tocca “Don Matteo”. Il suo vagare per Bologna con la bicicletta mentre va ad incontrare malati, disabili, operai e immigrati poveri e disoccupati, la sua scelta iniziale di abitare nella Casa del clero, sedendo a mensa con i sacerdoti anziani (come fa Papa Francesco a Santa Marta) gli hanno aperto anche le porte della politica locale. Con i politici non farà da spettatore alle loro istanze, ma tutti i bolognesi sono sicuri che si siederà al centro del “villaggio” da protagonista. Per portare avanti le loro petizioni, e così a livello nazionale.

I nodi da sciogliere come presidente della Cei

La sua prerogativa, molto apprezzata, è di essere sempre in mezzo alla gente. Ascolta tutti, è docile e condivide con gli interlocutori le preoccupazioni, i dolori, le sofferenze, i problemi. Ha sempre una parola buona. Il suo intento è ora quella di rilanciare una “Chiesa in uscita” fatta di attenzione e cura delle periferie, ma anche creare una Chiesa “Ospedale da campo”, che testimoni l’effettiva presenza della Chiesa dove il bisogno affettivo e di spiritualità è essenziale alla vita dell’uomo.

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