Roma, 26 Gennaio 2022 – Transparency International pubblica l’edizione 2021 dell’Indice di percezione della corruzione (CPI). L’Italia, nella classifica dei 180 Paesi, guadagna tre punti e scala di dieci posizioni. Dunque il Belpaese sale al 42esimo posto, con un punteggio di 56.
L’Indice elaborato annualmente dalla più importante organizzazione anticorruzione a livello globale classifica i Paesi in base al livello di corruzione percepita nel settore pubblico. Ciò avviene attraverso l’impiego di 13 strumenti di analisi e di sondaggi rivolti a esperti provenienti dal mondo del business. Il punteggio finale è determinato in base a una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita).
Il progresso è in linea con il costante miglioramento dal 2012 ad oggi. Si tratta del risultato della crescente attenzione dedicata al problema della corruzione nell’ultimo decennio. Ciò fa ben sperare per la ripresa economica del Paese dopo la crisi generata dalla pandemia.
La fase di rilancio del Paese richiede infatti la massima attenzione alla prevenzione dei rischi di corruzione, affinché gli impegni presi per la digitalizzazione, l’innovazione, la transizione ecologica, la sanità e le infrastrutture possano trovare piena realizzazione.
Le parole di Bonafede
“L’Italia guadagna dieci posizioni nella classifica di Trasparency International sulla percezione della corruzione. Un risultato molto importante che conferma il trend di crescita dal 2012 ad oggi: c’è stato un grande lavoro di squadra e sono orgoglioso di aver dato il mio contributo”. Con queste parole inizia il post dell’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, pubblicato sulla sua pagina Facebook. “In questi anni, le leggi italiane sulla lotta alla corruzione, sempre più all’avanguardia, si sono imposte nel panorama internazionale. È la dimostrazione che si tratta di un lavoro che riguarda le fondamenta giuridiche e sociali del Paese e la sua capacità di affrontare, anche a livello internazionale, le sfide più importanti. Bisogna continuare così: la lotta alla corruzione è uno dei principali pilastri della ripartenza del Paese”.
Nel resto del Mondo
A livello globale, Danimarca e Nuova Zelanda rimangono al vertice della classifica, affiancati quest’anno anche dalla Finlandia, con 88 punti. In fondo alla classifica, come lo scorso anno, Siria, Somalia e Sud Sudan. Con un punteggio, rispettivamente, di 13 per i primi due e di 11 per la terza. Tuttavia, dal 2012 al 2021, ben 154 Paesi non hanno compiuto progressi significativi o hanno peggiorato il loro punteggio. Inoltre, in quest’ultimo anno 123 su 180 dei Paesi analizzati presentano ancora importanti problemi di corruzione, avendo conseguito un punteggio inferiore a 50, ed evidenziano un forte rischio di arretramento nella tutela dei diritti umani, nella libertà di espressione e di una crisi della democrazia.