Roma, 12 Giugno 2021 – A causa della pandemia quasi un bambino italiano su tre (30%) è obeso o in sovrappeso. Tendenza aggravata dai lunghi periodi trascorsi in casa che hanno portato ad aumentare il consumo di cibi spazzatura e bevande zuccherate e a ridurre l’attività fisica. Inoltre c’è un notevole e nocivo incremento delle ore passate davanti alla tv e al pc. Queste le cause principali dell’aumento dell’obesità in Italia.
Per gli adulti meno conseguenze
I lockdown e le misure di prevenzione con la chiusura a più riprese delle scuole hanno impattato pesantemente sulla salute dei minori, ancor più che sugli adulti. I quali tra esigenze lavorative e possibilità di fare attività fisica, almeno individuale, sono riusciti ad assorbire meglio i problemi causati dalla permanenza forzata tra le mura domestiche.
Secondo Coldiretti da uno studio dell’Università di Buffalo in collaborazione con l’Università di Verona risulta che: “bambini e adolescenti hanno subito tutti gli effetti negativi del blocco degli spostamenti. Con il risultato di aver consumato un pasto in più, spesso a base di cibi spazzatura e bibite gassate, riducendo il consumo di frutta e verdura. Incrementando, di ben 5 ore, il tempo passato davanti allo schermo tra televisione, internet, videogiochi e didattica a distanza. Ridotta anche l’attività fisica. Soprattutto per i minori che vivono nei grandi centri urbani. I quali, nella maggior parte dei casi non hanno avuto a disposizione lo “sfogo” di un giardino o uno spazio verde”.
Preoccupanti i dati per gli adolescenti con disturbi alimentari
Ma con l’isolamento indotto da Covid-19 a preoccupare sono, anche in Italia, i 2,3 milioni di adolescenti che soffrono di disturbi dell’alimentazione. Si tratta di patologie che si manifestano prevalentemente a partire dai 12 anni. Ma che negli ultimi tempi sono giunte a interessare minori anche dagli 8 anni in su.
Anche a scuola c’è bisogno di informazione
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini sottolinea: «Occorre creare le condizioni per una crescita qualitativa nell’alimentazione dei nostri figli. I quali sono stati, forse, le vittime principali dei problemi causati dalla pandemia. Da questo punto vista il tema dell’educazione alimentare delle nuove generazione diventa cruciale con la necessità di qualificare anche l’offerta delle mense scolastiche. Ad esempio con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive nazionali e garantiscono genuinità e freschezza».