Nuova Delhi, 6 Maggio 2021 – Continuano a peggiorare le condizioni della popolazione in India. La mancanza di ossigeno è la priorità assoluta e tanti Paesi si stanno adoperando per sostenere la Nazione. L’Unione europea ha, anche, stanziato un nuovo fondo per l’emergenza totalmente dedicato all’India. L’Unicef fa un appello a tutto il Mondo.
Sistemi sanitari al collasso
George Laryea-Adjei, direttore regionale Unicef in Asia del Sud racconta le terribili immagini di una Nazione invasa dalla pandemia da Covid-19. «Le scene a cui stiamo assistendo in Asia meridionale sono diverse da qualsiasi cosa la nostra Regione abbia visto prima. Membri delle famiglie dei pazienti che implorano aiuto mentre la Regione è colpita da un’acuta carenza di ossigeno di tipo medico». Poi lancia l’allarme per gli operatori sanitari esausti sull’orlo del collasso. «Siamo di fronte alla reale possibilità che i nostri sistemi sanitari arrivino al punto di rottura, portando a un numero ancora maggiore di perdita di vite umane».
Per fermare la catastrofe, afferma Laryea-Adjei, «Sono indispensabili azioni immediate e leadership risoluta. I Governi devono fare tutto ciò che possono per fermare la devastazione e i partner che possono inviare aiuti devono farlo immediatamente. La comunità internazionale deve intervenire senza indugi. Non è solo un obbligo morale. La nuova e mortale ondata in Asia del Sud minaccia tutti noi. Ha il potenziale di rovesciare i traguardi globali duramente raggiunti contro la pandemia, se non verrà interrotta al più presto possibile».
Poche le persone vaccinate
«Il livello molto basso di vaccinazioni in Asia del Sud amplia le possibilità del virus di diffondersi ancora più senza controllo», spiega Laryea-Adjei. «In quasi tutti i Paesi nella Regione, a eccezione di Maldive e Bhutan, meno di 1 persona su 10 è stata vaccinata. Ora più che mai, dobbiamo assicurare che i vaccini raggiungano tutte le popolazioni in modo equo. La produzione deve essere intensificata, la tecnologia trasferita e le dosi condivise equamente. Nessuno di noi è al sicuro, finché tutti non saranno al sicuro», (forse la presidente della Commissione europea ha preso spunto da questa dichiarazione).
I bambini i più colpiti
Il direttore regionale Unicef in Asia del Sud invita inoltre a «Non dimenticare i profondi impatti della pandemia sui bambini. Loro sono direttamente colpiti dalla malattia in numeri maggiori di sempre. Stanno perdendo i genitori e le persone che se ne prendevano cura, assistendo a scene che nessun bambino dovrebbe vedere e tagliati fuori dalle scuole e dalle reti di supporto vitale. Mentre le risorse vengono trasferite e i servizi arrivano alla saturazione, i servizi sanitari essenziali su cui fanno così tanto affidamento, compresi i programmi di vaccinazione di routine, ora rischiano di essere compromessi, se non completamente interrotti».
«Se ciò accade, saranno ancora una volta i bambini e le famiglie più vulnerabili a soffrirne di più. La prima ondata della pandemia ha causato tagli drastici nella disponibilità e nell’uso dei servizi sanitari pubblici di base in Asia meridionale. E questo è costato un numero stimato di vite di circa 228.000 bambini e 11.000 madri. Non possiamo permettere che questo accada di nuovo».