Tokyo 13 Aprile 2021 – Il premier giapponese Yoshihide Suga comunica la decisione del Governo sul rilascio nell’Oceano Pacifico delle acque contaminate provenienti da Fukushima, impiegate per raffreddare i reattori danneggiati dall’incidente nucleare.
140 tonnellate di acqua contaminata
La decisione arriva a 10 anni esatti dalla catastrofe avvenuta nel marzo 2011. Suga ha incontrato i membri dell’esecutivo, incluso il ministro dell’Industria Hiroshi Kajiyama, per formalizzare la decisione. Presa nonostante la netta opposizione dell’opinione pubblica, dell’industria della pesca e dei rappresentanti dell’agricoltura locale.
Sono 140 le tonnellate di acque contaminate generate dalla manutenzione generale della centrale di Fukushima Daiichi. Questa, nonostante venga trattata negli impianti di bonifica, continua a contenere il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno. Sono poco più di 1.000 i serbatoi accumulati nella area adiacente all’impianto, l’equivalente di 1,25 milioni di tonnellate di liquido. Secondo il gestore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco), le cisterne raggiungeranno la massima capacità consentita entro l’estate del 2022.
Sembra sia tutto regolare
Nel febbraio dello scorso anno, durante una visita alla centrale, il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, aveva ammesso che il rilascio dell’acqua nell’Oceano Pacifico sarebbe in linea con gli standard internazionali dell’industria nucleare. Il triplice disastro di Fukushima è stato innescato dal terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami, che ha provocato il surriscaldamento del combustibile nucleare, seguito dalla fusione del nocciolo all’interno dei reattori, a cui si accompagnarono le esplosioni di idrogeno e le emissioni di radiazioni.
Le proteste vicine
Cina, Corea del Sud e altri Pesi vicini al Giappone protestano da diversi anni contro lo sversamento dell’acqua in mare. Pechino ha definito dannoso il piano per la salute pubblica. Accusa Tokyo di aver deciso di smaltire le acque reflue nucleari. Il ministero degli Esteri in una nota postata sul suo sito web scrive: “senza riguardo per i dubbi e l’opposizione interni ed esteri. Un approccio estremamente irresponsabile e gravemente dannoso per la salute e la sicurezza pubblica internazionale e gli interessi vitali delle persone dei Paesi vicini. L’oceano è proprietà comune dell’ umanità e lo smaltimento delle acque reflue nucleari non è solo questione interna del Giappone”. Poi assicura che “continuerà a seguire da vicino gli sviluppi insieme alla comunità internazionale”, riservandosi di dare “ulteriori risposte”.
A Seul, Koo Yoon-cheol, capo dell’Ufficio per il coordinamento delle politiche governative della Corea del Sud, ha tenuto in mattinata una riunione d’emergenza per discutere la posizione e le misure di Seul sull’annuncio nipponico. «Il Governo esprime forte rammarico per la decisione del Governo di Tokyo sul rilascio dell’ acqua contaminata», ha dichiarato Koo in una conferenza stampa a fine incontro. «Il Governo adotterà le misure necessarie in linea con il principio di mantenere il popolo sudcoreano al sicuro dall’acqua contaminata dell’impianto di Fukushima».