Varianti Covid-19, come influiscono sulle vaccinazioni nell’Ue

 

 

Bruxelles, 17 Marzo 2021 – I membri della Commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare (Envi) hanno tenuto un dibattito con gli esperti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms – Who) sull’efficacia dei vaccini contro le varianti Covid-19. Questo è l’ultimo di una serie di dibattiti con cui tengono gli eurodeputati vengono aggiornati.

Tre varianti principali

Il dottor Bruno Ciancio, capo della sorveglianza all’Ecdc, afferma che al momento ci sono tre varianti principali nell’Ue di cui preoccuparsi. La variante britannica (24.000 casi in 28 Paesi dell’Ue e dell’Area economica europea). A seguire ci sono quella sudafricana (900 casi in 18 Paesi dell’Ue e dell’Area economica europea) e quella brasiliana (200 casi in nove Paesi dell’Ue e dell’Area economica europea). Inoltre dichiara che, in base all’attuale conoscenza delle varianti, le misure correnti e la strategia di vaccinazione saranno ancora efficaci. Ma sottolinea l’importanza per i Paesi di tenere traccia delle varianti e della loro diffusione.

Iter di approvazione dei vaccini

Il dottor Marco Cavaleri, presidente della task force di emergenza Covid-19 dell’Ema, dichiara che quest’ultima monitora da vicino gli studi sull’efficacia dei vaccini rispetto alle nuove varianti.

Afferma, poi, che il processo di approvazione dei vaccini modificati per le nuove varianti dovrebbe essere più veloce. «I produttori non devono ripetere l’intera procedura daccapo. Poiché ogni nuova modifica sarà approvata come una variazione delle dosi che hanno portato all’approvazione iniziale del vaccino. Questo farà risparmiare molto tempo e renderà il processo più semplice e flessibile».

Coordinazione a livello globale

Katherine O’Brien, direttrice del Dipartimento di immunizzazione, vaccini e prodotti biologici all’Oms, sottolinea la necessità di una risposta coordinata a livello globale. Per garantire la corretta sorveglianza e valutazione delle varianti. In questo modo sarà possibile misurare l’impatto potenziale che possono avere sui vaccini. Ma anche le eventuali modifiche necessarie alla composizione, e l’accesso e la distribuzione, degli stessi.

O’Brien sottolinea anche l’importanza della comunicazione per la fiducia del pubblico e l’elevato rischio della disinformazione sull’efficacia dei vaccini esistenti.

Cooperazione tra tutte le parti interessate

La reazione della Commissione europea alle nuove varianti di coronavirus non si è fatta attendere. Infatti il 16 marzo 2021 è stato presentato il piano di preparazione Hera Incubator alla Commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare. L’obiettivo è quello di coordinare ricercatori, settore industriale e autorità pubbliche per garantire sviluppo, approvazione e produzione, in modo rapido e su larga scala, di vaccini efficaci anche contro le nuove varianti.

 

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