Washington, 10 Febbraio 2021 – La maggioranza dei senatori ha votato sì all’impeachment nei confronti di Donald Trump. Smentita, così, la tesi secondo la quale il Congresso non possa decidere la condanna o meno di un ex presidente.
I legali di Trump
I legali di Trump, che consideravano l’impeachment come un’operazione solo politica arriva un chiaro avviso: “attenzione, perché se l’impeachment va avanti si rischia di distruggere il Paese, come abbiamo visto una sola volta nel nostro Stato”.
I media americani sottolineano come questo monito possa essere un richiamo alla guerra civile.
Infatti, la riunione inizia con le immagini dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio. Un video in cui appare anche il discorso di incitamento fatto dall’ex presidente ai suoi sostenitori. “Vi amo, siete veramente speciali”. E poi, quel tweet di Trump, rievocato sempre dall’accusa: “Questo è quello che accade quando una vittoria a valanga viene scippata a dei grandi patrioti“.
L’ex presidente è molto fiducioso
Chiuso nel suo studio nella reggia di Mar-a-Lago, Trump già in queste ore segue in diretta tv ogni passaggio del processo. Pronte eventuali contromosse e istruzioni a distanza al suo team difensivo. Ma fiducioso che alla fine tutto si chiuderà con una nuova assoluzione, proprio come accadde lo scorso anno.
Al momento i numeri sembrano dalla sua parte: per condannare l’ex presidente almeno 17 senatori repubblicani dovrebbero votare con i 50 senatori democratici. E sono stati 45 quelli che il 26 gennaio hanno votato contro l’impeachment, ritenendolo incostituzionale.
“Con questi numeri tutto quello che devo fare è giocare a golf, nient’altro”, fu il commento a caldo di Trump. Il quale dal giorno in cui ha lasciato la Casa Bianca non è più apparso pubblicamente. Per non parlare del vuoto lasciato su Twitter dopo essere stato bandito dalla piattaforma social. A suggerirgli una strategia di basso profilo sarebbero soprattutto la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner, in queste settimane le persone a lui più vicine, trasferitisi anche loro in Florida.
L’ipotetica vittoria di Donald Trump rafforzerebbe molto la sua posizione all’interno del partito, portandolo ad assumerne il controllo. E questo potrebbe portarlo a correre per le presidenziali del 2024.
Ma i senatori repubblicani monitorati e che rischiano di entrare nella lista nera del tycoon sono almeno 22: tutti quelli che in queste ore, stando alle dichiarazioni o alle voci, appaiono indecisi sul da farsi.
Il processo
Nei prossimi giorni sarà la volta prima dell’accusa e poi della difesa: avranno 16 ore a disposizione per esporre le loro tesi. Si andrà quindi avanti per l’intero weekend, dopo che uno dei legali di Trump ha ritirato la richiesta di sospendere i lavori per la celebrazione dello Sabbath. Un’esigenza di procedere rapidamente sentita anche da molti democratici e probabilmente dalla stessa Casa Bianca, che vedono questo processo come un ostacolo che rallenta l’attuazione delle priorità dell’agenda Biden, quella dei primi 100 giorni.