Covid, vaccini: partiti i Tir dalla sede della Pfizer in Belgio

Bruxelles, 24 Dicembre – Partiti dalla sede della Pfizer in Belgio i tir con i primi vaccini contro il Covid-19. Lo si apprende da fonti dell’azienda farmaceutica statunitense a Bruxelles. La prima italiana che sarà vaccinata è un’infermiera dello Spallanzani che cura a casa anziani.

Partenza

I camion si sono messi in moto in mattinata diretti in vari Paesi da Puurs in Belgio. In Italia arriveranno il 26 allo Spallanzani di Roma.

Le dosi saranno distribuite ai 21 siti principali di riferimento, in vista del V-Day europeo di domenica. In campo la Difesa per questa fase con Aeronautica, Esercito e Marina. Operazione Eos sarà il nome della procedura.

Speranza nelle parole di Conte

L’aspettativa della svolta è nelle parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Sarà un Natale diverso, ma lo sviluppo dei vaccini e il loro lancio a breve sono più di un segnale di speranza per tutti noi». Per il premier «l’obiettivo è arrivare a 10 o 15 milioni di cittadini sottoposti a vaccinazione per avere un impatto significativo. Dovremmo arrivarci ad aprile. Un rifiuto di massa è un’ipotesi residuale, se sorge il problema vedremo…». Il premier ha espresso la convinzione che non serva una vaccinazione obbligatoria.

27 Dicembre

La prima vaccinazione di operatori sanitari e ospiti e personale delle Rsa avverrà in tutte le regioni domenica (o nei giorni successivi). Delle 9.750 dosi iniziali Pfizer allo Spallanzani una parte sarà trasportata a Pratica di Mare dove 5 aerei (due C27J dell’Aeronautica, due Dornier Do. 228 dell’Esercito e un P-180 della Marina) raggiungeranno le mete più lontane. Avverrà secondo il piano del ministero della Difesa sulla base di quanto predisposto dal commissario Domenico Arcuri. I restanti vaccini raggiungeranno le destinazioni via terra con un impegno complessivo di 60 autoveicoli e circa 250 militari.

La Difesa

«Una risposta corale da parte della Difesa», la definisce il ministro Lorenzo Guerini nel presentare l’Operazione Eos, «le Forze Armate si sono dimostrate da subito pronte e continuano a fare il loro lavoro con le modalità con cui sono abituate a operare: concretezza, poche parole, ma tanto lavoro». Non appena disponibili i vaccini delle altre aziende le Forze Armate li trasporteranno in tutta Italia. La base principale per lo stoccaggio delle dosi sarà l’aeroporto di Pratica di Mare. Partiranno da lì per raggiungere i 21 “Sub Hub”, strutture militari dislocate in tutte le Regioni che garantiscono le necessarie misure di sicurezza. Una volta giunti saranno consegnati ai siti di somministrazione. Il piano prevede l’utilizzo di 11 aerei, 73 elicotteri e oltre 360 autoveicoli.

Il primo vaccino

Ha 29 anni, di Roma, e lavora presso il reparto malattie infettive dello Spallanzani. Ma in questi mesi di emergernza Covid ha anche curato presso il loro domicilio molti anziani. Si chiama Claudia Alivernini la prima infermiera che sarà vaccinata all’Istituto Nazionale di Malattie Infettiva Lazzaro Spallanzani, in occasione del V-Day il 27 dicembre, quando in tutta Europa partirà la campagna vaccinale.

LE PRIME VACCINAZIONI

Il 27 dicembre medici e specializzandi vaccineranno il personale sanitario. Quello di domenica sarà solo un gruppo limitato di operatori sanitari che raggiungerà all’incirca il milione di lavoratori della sanità nel mese di gennaio. Poi si passerà alle persone nelle Rsa, nel Lazio già dalla prossima settimana. Successivamente le popolazioni a rischio, anziani o soggetti con specifiche patologie. In Veneto, si apprende, si vaccina il 90% del personale sanitario e delle rsa.

Nessun obbligo

Al momento non si parla di obbligo di vaccino. Per l’immunità di gregge è quindi tutto basato sul comportamento individuale. I numeri fanno ben sperare sulla volontà degli italiani di vaccinarsi. I dati di una ricerca coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rivelano che due persone su tre (il 67%) sono disponibili a vaccinarsi, la percentuale sale tra gli anziani (84%). I più giovani, 18-34enni, sarebbero ben disposti a vaccinarsi (76%) rispetto ai 50-69enni (67%) e ai 35-49enni (59%).

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