Palamara: «Potrei anche entrare nell’agone politico»

 

 

Albinia, 25 Luglio 2021 – È un Luca Palamara pronto a qualsiasi risposta, soprattutto dopo il rinvio a giudizio da parte del Gup (Giudice dell’udienza preliminare, ndr), per tutti i capi d’imputazione contestati dalla Procura di Perugia, in particolare la corruzione per un atto d’ufficio in relazione ai suoi rapporti con l’imprenditore e lobbista Fabrizio Centofanti.

Evento Eureca in diretta su Eurocomunicazione

Durante l’evento ad Albinia (Gr), organizzato da Eureca e condotto dal vicedirettore del Tg1 Angelo Polimeno Bottai, in diretta su www.eurocomunicazione.com (e visibile nei prossimi giorni qui) l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati ed ex giudice (è stato espulso dalla Magistratura) ha esposto il suo punto di vista, in parte riproponendo le tesi esposte nel libro di cui è coautore con Alessandro Sallusti (anch’esso collegato via zoom) “Il sistema”.

Tanti i pensieri esposti presso l’Antica Fattoria “La Parrina” di Franca Spinola da Palamara, spesso imbeccato da Polimeno Bottai. Li racchiudiamo in sintesi.

Magistrati super partes

«Chi è entrato in Magistratura negli anni di Tangentopoli si è sentito come colui che dovesse ripulire il sistema politico. Quando si è cominciato a parlare di riforma della Magistratura i giudici si sono sentiti attaccati perché si è dato per scontato che solo una riforma interna (autoriforma) si potesse portare avanti».

Centro di potere nelle mani del procuratore della Repubblica

«Un mantra interno alla Magistratura è questo: si pensa che il Pm debba godere dello stesso potere e indipendenza degli altri giudici. Non posso rinnegare ciò che ho detto e sostenuto per anni. E cioè che non serva un “giudice terzo” che decida fra i due. Ma oramai nei fatti le due figure sono diversificate. Quindi sì, si determina un forte centro di potere. Soprattutto nelle mani del procuratore della Repubblica. E su questo punto ho collaborato con i Radicali per i referendum da loro proposti.

Responsabilità dei giudici

Sempre sui referendum (quelli del passato, ndr) proposti dai Radicali la posizione è molto chiara: «la legge sulla responsabilità dei magistrati, che ora è indiretta (cioè prima si considera la responsabilità dello Stato e poi dei magistrati) e solo disciplinare, debba essere aggiornata».

«Il meccanismo delle “correnti” nella magistratura è simile al Cencelli in politica. Quando ero in magistratura quello che temevamo di più era il sorteggio. Ma ora che si sta creando una nuova classe dirigente della magistratura. Dal ’75 si parla di riforma del sistema di elezione nel Csm. Nelle ultime elezioni per 4 posti da pm si sono presentati 4 candidati (uno di ogni corrente). E certo questo capite che non funziona».

La stoccata “politica” finale

È alla fine dell’incontro che Palamara fa intravedere le sue prossime “mosse”. «Nel caso il mio ricorso per annullare l’espulsione dalla Magistratura non vada a buon fine continuerò a dare il mio contributo e potrei anche entrare nell’agone politico».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *